Satellite artificiale

Un satellite artificiale è un corpo posto in orbita attorno alla Terra per scopi legati alla ricerca scientifica o per altre finalità civili e militari.

Si ottiene l'immissione in un'orbita terrestre quando l'oggetto raggiunge una velocità orizzontale di circa 28.500 Km/h al livello del mare. A questa velocità la superficie della Terra si allontana dal piano orizzontale curvando verso il basso con la stessa velocità con la quale la forza di gravità tira verso il basso il corpo. Al crescere dell'altezza del satellite la sua velocità diminuisce e il suo periodo (il tempo che il satellite impiega per descrivere un'orbita completa attorno alla Terra) aumenta. Un satellite in un'orbita circolare a 275 Km dalla superficie terrestre avrà un periodo di 1,5 ore e una velocità di 27.860 Km/h, mentre lo stesso oggetto in un'orbita circolare alla quota di 35.840 Km avrà un periodo di 24 ore (uguale quindi alla rotazione della Terra) e una velocità di soli 11.050 Km/h. Un satellite che si trovi in quest'ultima orbita è detto sincrono; se tale satellite orbita in un piano equatoriale è detto geostazionario, perché rimarrà sempre alla stessa distanza dalla superficie della Terra (v. astronautica).

Cenni storici

La possibilità teorica di collocare un corpo nello spazio in modo che diventasse un satellite terrestre era stata considerata nel 1687 da Isaac Newton come conseguenza dei suoi studi sulla teoria della gravitazione. Solo all'inizio del sec. XX, tuttavia, il lavoro teorico del russo Konstantin Tsiolkovsky e gli esperimenti dello statunitense Robert Goddard confermarono la possibilità di lanciare un satellite nello spazio per mezzo di un razzo. Durante il periodo tra il 1943 e il 1946 diversi studi indicarono che i razzi allora disponibili non sarebbero stati in grado di porre in orbita un satellite. Tuttavia, l'attività intorno ai razzi per missili e per ricerche negli strati superiori dell'atmosfera fu così ampia dopo la seconda guerra mondiale che nel 1954 era già fuori discussione la fattibilità del lancio di un satellite (v. razzi e missili). Nell'ottobre del 1954 il Comitato per l'anno geofisico internazionale (IGY) raccomandò ai paesi membri di prendere in considerazione il lancio di piccoli veicoli satelliti per un'esplorazione dello spazio a scopi scientifici. Nell'aprile e nel luglio 1955 l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti, rispettivamente, annunciarono dei programmi per il lancio di questi satelliti nell'ambito dell'IGY. Coerentemente, l'Unione Sovietica lanciò Sputnik 1 il 4 ottobre 1957 e gli Stati Uniti lanciarono Explorer 1 il 31 gennaio 1958 (v. Explorer; Sputnik). Questi due satelliti crearono un enorme stimolo per un ulteriore lavoro sui satelliti artificiali, soprattutto con la scoperta delle fasce di radiazioni di Van Allen, che fu resa possibile da Explorer 1. Fino dall'inizio fu data grande importanza ai satelliti in vista della possibilità di misurare le caratteristiche del nuovo ambiente spaziale e di creare le premesse per il progetto di satelliti per comunicazioni, navigazionali, per ricognizione fotografica, di tipo scientifico e di tipo meteorologico, nonché, in ultima analisi, per voli spaziali con uomini a bordo. In breve tempo vennero realizzati dei satelliti sperimentali per tutti questi scopi.

Dal 1957 sono stati messi in orbita più di 2000 satelliti, ed essi sono ormai una parte integrante del modo di vivere attuale. La grande maggioranza di questi satelliti sono stati costruiti dagli Stati Uniti e dall'ex Unione Sovietica, ma la European Space Agency, che comprende i paesi dell'Europa occidentale, si sta impegnando sempre più attivamente nell'esplorazione dello spazio mediante satelliti. Il Canada, la Cina, l'India, l'Italia e il Giappone sono tra i paesi che hanno costruito satelliti che sono stati poi lanciati.

Elementi fondamentali

Tutti i satelliti artificiali possiedono alcune caratteristiche comuni. Queste comprendono i radar per misure di quota, sensori del tipo degli strumenti ottici nei satelliti per osservazioni, ricevitori e trasmettitori nei satelliti per comunicazioni e sorgenti stabili di radiosegnali nei satelliti navigazionali. Le celle a energia solare generano l'energia necessaria dal Sole e per gli intervalli di tempo durante i quali il Sole è schermato dalla Terra si impiegano batterie di riserva, che a loro volta vengono ricaricate dalle celle solari. In casi particolari sono state utilizzate fonti di energia nucleare. Un'apparecchiatura per il controllo dell'assetto è necessaria per mantenere il satellite nell'orbita desiderata e, in alcuni casi, per orientare opportunamente le antenne o i sensori. I trasmettitori e i ricevitori radio sono usati per scambiare segnali con la Terra. Codificatori telemetrici misurano voltaggi, correnti, temperature e altri parametri che descrivono le condizioni di funzionamento delle apparecchiature e ritrasmettono queste informazioni alla Terra.

Satelliti per la ricerca scientifica

Numerosi satelliti hanno studiato l'ambiente spaziale attorno alla Terra, il Sole, le stelle e corpi extragalattici in una vasta gamma di lunghezze d'onda. Tra quelli che hanno già concluso la loro attività sono da ricordare: sei Osservatori geofisici orbitanti (1964-69; v. OGO); otto Osservatori solari orbitanti (1962-75; v. OSO); due Osservatori astronomici orbitanti (1966-72; v. OAO); tre Osservatori astronomici per le alte energie (1977-79); l'International Ultraviolet Explorer (1978; v. astronomia e astrofisica); i satelliti UHURU (1970-79) ed Exosat (1983) per l'astronomia X; e il satellite a raggi infrarossi IRAS (1983; v. astronomia e astrofisica).

Satelliti per le comunicazioni

Probabilmente la più importante applicazione tecnologica dei satelliti artificiali è stata la ritrasmissione dei segnali radio da un punto all'altro della Terra per rendere più agevoli le comunicazioni. I satelliti sperimentali per comunicazioni SCORE, Escho, Telstar, Relay e Syncom vennero lanciati dagli Stati Uniti tra il 1958 e il 1963. Il sistema Intelsat attualmente copre il globo intero e i satelliti locali, come i Molniya russi, i Westar dei paesi occidentali e gli Anik del Canada, servono singoli paesi. Usando una combinazione di radio ricevitori, amplificatori e trasmettitori e le tecniche elettroniche di multiplazione (trasmissione contemporanea sulla stessa onda, v. multiplexer) questi satelliti per comunicazioni (v. comunicazioni via satellite) possono ritrasmettere contemporaneamente molti segnali telefonici e televisivi. Satelliti per la navigazione. I satelliti per la navigazione forniscono i mezzi per stabilire con grande precisione dei punti di riferimento al suolo in ogni località della Terra utilizzando l'effetto Doppler. Poiché l'orbita del satellite è già nota, una posizione incognita può essere determinata accuratamente mediante misure Doppler, effettuate da quella posizione, dell'aumento o della diminuzione della radiofrequenza emessa dal satellite mentre gira attorno alla Terra. Il sistema americano Transit è in funzione permanente su tutto il globo dal 1964 ed è utilizzato regolarmente da più di un migliaio di stazioni, la maggior parte delle quali serve alle navi mercantili. Il NAVSTAR, un sistema più avanzato che consiste in 18 satelliti, posti alla quota di 20.000 Km, entrerà in servizio negli anni Novanta.

Satelliti per ricognizione

Sia gli Stati Uniti che l'ex Unione Sovietica (e in misura minore, forse, la Repubblica Popolare Cinese) hanno messo in orbita un considerevole numero di satelliti da ricognizione per scopi quali la sorveglianza con mezzi fotografici, lo spionaggio con sistemi elettronici, la rivelazione di esplosioni nucleari e l'individuazione di lanci di missili strategici (v. Cosmos; Samos).

Satelliti meteorologici

A partire dal lancio (aprile 1960) del primo satellite meteorologico Tiros 1 (v. TIROS) la quantità delle immagini di formazioni nuvolose riprese dai satelliti è gradualmente aumentata fino a che, all'inizio del 1966, l'intera Terra è stata fotografata almeno una volta al giorno in modo continuativo. I dati dei satelliti forniscono informazioni sugli oceani, i deserti e le zone polari della Terra, per i quali i tradizionali sistemi di rilevamento meteorologico forniscono dati molto limitati o non ne forniscono affatto. Le foto dei satelliti individuano le caratteristiche importanti per il tempo (come i sistemi di perturbazioni, i loro fronti, le saccature e le espansioni di alta pressione degli strati superiori, le correnti a getto, la nebbia, la formazione di ghiaccio sui mari, i manti nevosi e, in qualche misura, la direzione e la velocità dei venti degli strati superiori) che sono individuate da certe formazioni nuvolose. Le stazioni costiere e delle isole possono utilizzare tali dati per localizzare e inseguire gli uragani, i tifoni e le tempeste tropicali. Vengono usate dai satelliti sia le macchine fotografiche ottiche che quelle a raggi infrarossi, queste ultime per registrare la distribuzione della temperatura alla superficie del mare con maggiore frequenza e su aree più vaste di quanto sia ottenibile con altri mezzi. Questi dati sono utili per la navigazione e per la pesca e sono importanti per le previsioni meteorologiche. Gli Stati Uniti hanno usato satelliti meteorologici a bassa quota (700-1700 Km), geostazionari e sincroni con il Sole (v. GOES; Nimbus; Synchronous meteorological satellite).

Satelliti per osservazioni della terra e del mare

Usando sui satelliti dei sensori per lunghezze d'onda nel campo delle microonde dei raggi X e dell'infrarosso, si possono ottenere dati interessanti sulle risorse esistenti sulla terra e nel mare. Questi sensori possono distinguere tra la terra e l'acqua, le città e i campi, il frumento e il granturco, così come tra frumento vigoroso oppure in cattive condizioni.

I tre satelliti dedicati allo sviluppo della serie Landsat (vedi) lanciati a partire dal 1978 sono già stati usati per poter stimare la produzione mondiale di frumento, per la raccolta di dati sull'estensione delle foreste e dei terreni da pascolo, per la costruzione di mappe utili per scopi geologici o per la localizzazione di giacimenti minerari e petroliferi, nonché per la registrazione di dati sull'ambiente e sull'inquinamento.

Il satellite Spot-1, lanciato nel 1986 dall'agenzia spaziale francese e dotato di camere ad alta risoluzione sta effettuando rilevamenti delle risorse terrestri per conto di varie nazioni (v. SPOT). Anche l'ex Unione Sovietica ha venduto immagini a distanza attraverso una agenzia internazionale, la ContiTrade Service Corporation. La strumentazione del Seasat (1978) comprendeva un radar che misurava la quota con una precisione che raggiungeva i 10 cm e l'altezza delle onde da 1 a 20 m. Il satellite rivelò le correnti oceaniche, le maree e le onde di tempesta. Venne misurata anche la velocità del vento alla superficie degli oceani nel campo tra 4 e 26 m/sec, con la precisione di 2 m/sec. Inoltre furono misurati la temperatura in superficie, il contenuto di vapor d'acqua dell'aria, la velocità della pioggia e l'età, la concentrazione, l'estensione e i movimenti dei ghiacci marini.

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Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 29/11/14