Fisica

La fisica è alla base di tutte le altre scienze della natura e di gran parte della tecnologia, in quanto si occupa sia della materia, delle sostanze e dei corpi che possono essere oggetto di studio in problemi scientifici, sia delle leggi che governano le loro interazioni, singolarmente o nel loro insieme.

METODOLOGIA DELLA RICERCA FISICA

Quasi ogni campo della fisica viene convenzionalmente diviso in due sottodiscipline: sperimentale e teorica. Nel sec. XX raramente il fisico si impegna attivamente in ambedue questi campi, perché le tecniche necessarie, quella pratica per lo sperimentale e matematica per il teorico, sono diventate estremamente specializzate. Nonostante questo, i teorici devono basarsi sui risultati sperimentali per controllare, migliorare o scartare le loro teorie, mentre gli sperimentali, dal canto loro, per poter progettare esperimenti validi, hanno bisogno di essere al corrente delle predizioni cruciali contenute nelle teorie.
In ogni campo della fisica, dove è attiva la ricerca, esiste un corpo di conoscenze, leggi e principi, che sono stati ripetutamente verificati con l'esperienza. In questi campi, l'attività di ricerca teorica e sperimentale consiste nell'estensione di queste idee ad altre situazioni fisiche, in cui nuovi effetti sono predetti o osservati.

I teorici, specialmente quando non sono in grado di risolvere le equazioni a cui le loro teorie li hanno portati, cercano di procedere per ipotesi, per analogie o attraverso ragionamenti basati su simmetrie (v. fisica teorica). 

Gli sperimentali tentano di raggiungere, anche con l'aiuto di moderni e veloci computer, la massima precisione che il loro particolare esperimento permette. 

Talvolta la natura sorprende ambedue i gruppi di ricercatori con fenomeni inaspettati, che poi gli sperimentali cercano di rimisurare con precisione sempre maggiore, e i teorici tentano di comprendere in base a schemi teorici più ampi possibile. In tutti i campi in cui procede una seria ricerca fisica, lo scopo fondamentale consiste nello scoprire nuove leggi di interazione (v. interazioni fondamentali) e simmetrie (v. simmetria), o nuove forme comprendenti interazioni precedentemente note, oppure di capire le proprietà complessive della materia, partendo dalle interazioni note fra pochi costituenti e generalizzandole a una descrizione delle proprietà medie della materia nel suo insieme.

LA FISICA CLASSICA
Meccanica

Le tre leggi del moto di sir Isaac Newton costituiscono le basi della dinamica e della cinematica, che trattano del moto; al contrario, la statica studia la materia in quiete quando è sottoposta a effetti di tensioni e deformazioni. Finché le velocità sono molto minori della velocità della luce, c, e nelle situazioni terrestri in cui le masse degli oggetti considerati sono minori della massa del Sole, le leggi di Newton hanno fornito una descrizione accurata del moto di qualsiasi oggetto finora misurato, in tutte le possibili situazioni, a partire da singoli e macroscopici pezzi di materia, fino a flussi continui di materia fluida, come per esempio i liquidi e i gas (v. meccanica dei fluidi). 

Le leggi di Newton sono semplici: 

  1. Gli oggetti in moto (o in quiete) rimangono in moto (o in quiete) a meno che non siano sottoposti a forze esterne; 

  2. Una qualsiasi forza esterna F applicata a un corpo di massa m produce un'accelerazione a secondo la formula F = ma; 

  3. ogni azione è controbilanciata da una reazione uguale e opposta. 

Un punto fondamentale di queste leggi è la definizione di Newton di sistema inerziale (il sistema di coordinate rispetto a cui si definisce la velocità) che egli considerò essere il sistema delle stelle fisse.

Termodinamica e meccanica statistica

Negli ultimi secoli, la termodinamica si è sviluppata in seguito ai tentativi degli scienziati di comprendere le proprietà complessive della materia solida, liquida e, specialmente, gassosa, quando sia soggetta a cambiamenti lenti di pressione, temperatura e volume. La termodinamica si basa su concetti fondamentali, come la differenza fra l'energia interna e l'energia libera di una sostanza, e sul concetto di entropia (una misura del disordine di un sistema).
Durante l'ultimo secolo, l'argomento della meccanica statistica (v. teoria cinetica della materia; termodinamica statistica) si è evoluto come metodo per giustificare e migliorare la termodinamica, attraverso il calcolo delle medie dei fenomeni dinamici relativi ai miliardi e miliardi di atomi che costituiscono tutte le sostanze macroscopiche. In questo modo le leggi della termodinamica possono essere derivate da un punto di partenza fondamentale. Gran parte della ricerca corrente in questo campo riguarda fenomeni critici, cioè le proprietà speciali e universali delle sostanze durante i cambiamenti da una fase all'altra, come per esempio durante la transizione da un liquido a un gas.

Elettricità e magnetismo

Le leggi che governano la produzione dei campi elettrici e magnetici, e le loro interazioni con le cariche elettriche e le correnti, furono completamente comprese verso la fine del sec. XIX (v. elettricità; magnetismo) e sono espresse dalle equazioni di Maxwell. Queste quattro relazioni fondamentali, nella forma di equazioni differenziali, tengono conto delle interrelazioni, verificate sperimentalmente, di questi campi con le cariche e le correnti che li producono, e che a loro volta i campi influenzano: 

  1. la produzione di campi elettrici da parte di cariche elettriche isolate; 

  2. la produzione di campi elettrici da parte di campi magnetici variabili nel tempo; 

  3. le restrizioni sulla forma di un qualsiasi campo magnetico a causa dell'assenza sperimentale dei poli magnetici isolati; 

  4. la produzione di campi magnetici da parte di correnti elettriche o da parte di campi elettrici variabili nel tempo. 

Quest'ultimo effetto fu proposto da James Clerk Maxwell per ragioni di simmetria e per conservare la carica elettrica, e fu verificato più tardi (1887) da Heinrich Hertz. La sua proposta si dimostrò la chiave per comprendere la produzione di campi elettrici e magnetici oscillanti che si propagano nello spazio con velocità c circa uguale a 30.000.000 cm/s. Tali onde elettromagnetiche sono costituite da un ampio spettro di oscillazioni, onde radio di lunghezza chilometrica, microonde (radar) centimetriche, luce visibile di lunghezza d'onda di un decimillesimo di cm, fino alla lunghezza d'onda dei raggi X e dei raggi gamma.
Fin dal 1900 era stata costruita una teoria pressoché completa dell'ottica, in cui le proprietà della luce, come la riflessione, la rifrazione e l'interferenza, venivano descritte sulla base delle equazioni di Maxwell per le onde elettromagnetiche. Tuttavia, rimaneva ancora da spiegare la distribuzione delle lunghezze d'onda nella radiazione elettromagnetica emessa da oggetti a temperatura estremamente alta.

LA FISICA MODERNA
Meccanica relativistica

Nell'ultima parte del sec. XIX, l'evidenza sperimentale (v. Michelson-Morley, esperimento di) indicò che la velocità della luce, c, è indipendente dal moto della sua sorgente e dell'osservatore. Questo fenomeno fu più tardi compreso da Albert Einstein, che sviluppò la meccanica relativistica (v. relatività) che costituisce una generalizzazione della meccanica di Newton nei casi in cui la velocità delle particelle si avvicina a quella della luce. Einstein definì il concetto di simultaneità, per permettere a osservatori in moto con velocità diverse di usare differenti riferimenti di tempo e ipotizzò che c sia sempre costante per tutti gli osservatori. Fra le conseguenze di questa teoria, c'è quella che impedisce a qualsiasi particella dotata di massa di raggiungere o superare la velocità della luce; se una particella invece ha massa zero, deve muoversi alla velocità della luce, esiste una relazione fra massa m ed energia E, data dall'equazione E = mc². La cinematica relativistica è essenziale per la comprensione, sia delle interazioni, che della produzione di particelle elementari ad alte energie e delle trasmutazioni di particelle instabili a tutte le energie.

Fisica atomica e meccanica quantistica

Max Planck suggerì (1900) che l'energia elettromagnetica radiante si possa descrivere meglio in termini di eccitazioni elementari ondulatorie, o quanti, la cui energia E è proporzionale alla loro frequenza; perciò l'energia è uguale alla frequenza per una costante di proporzionalità, h, detta costante di Planck. Utilizzando l'idea di Planck, Niels Bohr ipotizzò (1913) che in un atomo di idrogeno, il momento angolare L di un elettrone, particella carica negativamente, sia quantizzato; cioè può avere solo multipli interi di h (costante di Planck h divisa per 2 pi greco, ossia L = nh. Secondo quest'ipotesi, un atomo può esistere solo in certi stati specificati da un numero intero n. E' un'idea completamente diversa rispetto a tutte le esperienze classiche, in cui un atomo costruito come un sistema planetario dovrebbe poter avere una distribuzione continua dei valori della sua energia. Quando un atomo esegue una transizione da uno stato di energia più alta a uno di energia più bassa, la differenza di energia fra questi due livelli è emessa come un singolo fotone; la frequenza di questa radiazione perciò dipende dai due valori degli stati iniziali e finale. Applicato agli spettri di varie sostanze, il modello di Bohr (e le sue successive modificazioni relativistiche) predice con quasi perfetta accuratezza le frequenze della radiazione osservata sperimentalmente. Tuttavia non fa alcuna predizione sulle intensità delle diverse transizioni.
Forse la più importante novità riguardante la materia su scala atomica è la necessità di usare la meccanica quantistica (o meccanica ondulatoria, come talvolta è chiamata, per distinguerla dalla vecchia teoria quantistica di Bohr) per la descrizione delle sue proprietà. L'idea base della moderna meccanica quantistica è che per un'azione (in qualsiasi problema è una quantità con dimensioni energia x tempo) sufficientemente piccola, la legge della meccanica newtoniana deve essere integrata in modo che appaiano fluttuazioni delle variabili ordinarie, o almeno che esse non possano essere evitate. La linea divisoria per il "sufficientemente piccolo" è la costante h = 1,0545 per la ventisettesima potenza negativa di 10 erg s, che su scala macroscopica è un numero estremamente piccolo. Questa teoria introduce il concetto di funzione d'onda, o ampiezza di probabilità, che contiene le proprietà specifiche del sistema studiato. In questa descrizione è contenuta l'idea del principio di indeterminazione di Werner Karl Heisenberg, che limita il prodotto delle incertezze di una qualsiasi coppia di variabili coniugate a un valore dell'ordine maggiore di h.

Fisica nucleare e delle particelle

Mentre la struttura elettronica dell'atomo può essere considerata come una nube di densità, con carica negativa, alla distanza media di un centimilionesimo di cm dal centro dell'atomo, tutta la carica positiva e quasi tutta la massa dell'atomo si trova in un nucleo atomico molto più piccolo, il cui raggio è dell'ordine di 0,000000000001 cm. I costituenti del nucleo sono i protoni carichi positivamente, ciascuno con carica +e (uguale in grandezza ma di segno opposto a quella dell'elettrone), e i neutroni elettronicamente neutri; i protoni e i neutroni hanno approssimativamente la stessa massa, circa duemila volte quella dell'elettrone. A tali piccole distanze una nuova forza "forte" entra in gioco e lega i protoni e i neutroni nelle molte forme stabili e instabili di materia nucleare (v. fisica nucleare). Molti tipi di particelle fondamentali vengono prodotte copiosamente in reazioni ad alta energia, quando una parte dell'energia delle particelle incidenti si converte in massa di riposo dei mesoni (particelle di massa intermedia). E' stata anche confermata sperimentalmente l'esistenza di antiparticelle (v. antimateria), cioè oggetti con la stessa massa, ma carica elettrica opposta a quella della rispettiva particella. Dal 1960 circa, gli studi sui mesoni, e su altre particelle nucleari instabili, hanno suggerito un metodo matematico di classificazione per tutte queste particelle a interazione forte. A sua volta, questa classificazione matematica ha suggerito che un più fondamentale modo di considerare le particelle che producono e sono soggette all'interazione forte, è in termini di quark e gluoni, entità che, se esistono, posseggono alcune strane proprietà, come per esempio una carica elettrica frazionaria. L'aspetto più sorprendente dei quark e gluoni è che essi non sono mai stati individuati separatamente e che probabilmente non potranno mai esserlo. Le ricerche teoriche e sperimentali sulle proprietà dei quark e dei gluoni rappresentano attualmente, la frontiera della ricerca fisica fondamentale.

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Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 29/11/14