Espansione del fondo marino

L'espansione del fondo marino è il processo in cui si forma nuova crosta oceanica e i bacini oceanici sono ingranditi dall'espulsione di materiale magmatico dalle aperture in un sistema dorsale oceanico centralizzato. La piena conoscenza delle implicazioni dell'espansione del fondo marino gioca una parte importante nella spiegazione della deriva dei continenti e costituisce il fondamento della teoria della tettonica a zolle. Dopo la seconda guerra mondiale, gli studi sonar rivelarono che i fondi oceanici erano contraddistinti da un sistema quasi continuo di dorsali o catene montuose sottomarine della lunghezza di oltre 40.000 Km. Si scoprì che le dorsali medio-oceaniche erano divise in due da vallate assiali a pendii scoscesi, che implicavano tensioni crostali, ed erano associate con attività vulcanica e tellurica. La combinazione del dragaggio, del carotaggio poco profondo di sedimenti oceanici e della datazione con ritrovamenti fossili indicava che i bacini oceanici erano geologicamente giovani, non più vecchi cioè del periodo giurassico (c. 150 milioni di anni fa). Studi paleomagnetici del fondo oceanico indicarono che la litosfera oceanica era divisa in lunghe bande parallele di intensità e polarità magnetiche variabili e che in qualche caso queste bande erano parallele, e approssimativamente simmetriche, all'asse delle dorsali medio oceaniche.

Sintetizzando i dati che ebbe a disposizione nel 1960, H.H. Hess, dell'Università di Princeton, ipotizzò che le dorsali medio oceaniche fossero zone di minor resistenza della crosta terrestre e che venisse formato nuovo fondo oceanico dalla risalita di materiale del mantello attraverso le fratture assiali lungo le dorsali, risalita seguita da espansione laterale. Hess ipotizzò che il mantello fosse capace di flussi plastici e che le dorsali rappresentassero la confluenza fra due celle di convezione di risalita. Nel 1963 F.J. Vine e D.H. Matthews, dell'Università di Cambridge, proposero una spiegazione del modello magnetico del fondo oceanico che sostenesse l'ipotesi di Hess. Essi pensarono che i fondi oceanici si comportassero come un "nastro" magnetico in un enorme "registratore" che stesse registrando i cambiamenti di polarità del campo magnetico terrestre. Secondo la loro spiegazione, i minerali di ferro che si trovano nel magma basaltico risalente lungo le fratture medio oceaniche si orienterebbero secondo la polarità terrestre propria del periodo durante il quale la roccia si raffredda e cristallizza. Poiché il fondo oceanico si espande verso l'esterno a partire dal centro di questi depositi, circa metà del materiale dovrebbe essere portato su ognuno dei lati della frattura che dopo dovrebbe essere riempita dall'affluire di altro magma. Il ripetersi di questo fenomeno nel tempo geologico dovrebbe così portare a una simmetria magnetica attorno alle dorsali medio oceaniche. Misure della distanza delle bande magnetiche dell'asse della dorsale, insieme ai dati noti di inversione geomagnetica, condussero a stimare la velocità di espansione da 2 a 14 cm all'anno.

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Ultimo aggiornamento: 27/02/16