Deep-Sea Drilling ProjectIl Deep-Sea Drilling Project (Progetto dei carotaggi marini profondi), o DSDP, fu un programma per la trivellazione, il carotaggio e lo studio dei sedimenti e della crosta basaltica profonda al di sotto degli oceani, che utilizzò la nave Glomar Challenger (v. oceanografia), ed ebbe termine nel 1983. Il progetto, sovvenzionato principalmente dalla National Science Foundation (Fondazione nazionale delle scienze) degli USA, fu condotto da un consorzio di laboratori oceanografici (v. JOIDES) sotto la direzione della Scripps Institution of Oceanography di La Jolla, in California.Alla metà degli anni Settanta anche altre nazioni - URSS, Gran Bretagna, Giappone, Francia e Germania Occidentale - furono invitate a partecipare all'International Phase of Ocean Drilling (IPOD; Progetto internazionale delle trivellazioni e dei carotaggi oceanici), anche se la partecipazione dell'URSS cessò dopo il suo intervento in Afghanistan (1979). Il DSDP, cui seguì nel 1984 l'Ocean Drilling Project, succedette a sua volta al non riuscito progetto mohole, che si riprometteva l'escavazione di un pozzo così profondo da raggiungere il mantello terrestre (tentativi in tal senso proseguono oggi su terreni asciutti, (v. trivellazione). Un importante risultato del DSDP è stato la dimostrazione dell'espansione del fondo marino e quindi l'ulteriore prova che la tettonica a zolle è il modello corretto della geodinamica crostale. I più antichi campioni carotati giungono al medio giurassico (150 milioni di anni fa) e dimostrano che i sedimenti dei fondi oceanici e la crosta basaltica sottostante sono geologicamente giovani. Le carote (campioni stratigrafici di terreni profondi di forma cilindrica) sono a disposizione degli scienziati qualificati che vogliano studiarle.Copyright © 2002 Motta Editore
|