Algebra 

In origine il termine algebra si riferiva unicamente ai metodi per risolvere le equazioni. In seguito, tuttavia, il campo dell'algebra si è venuto gradualmente ampliando fino ad includere molti altri argomenti. L'algebra è ora uno strumento indispensabile in altri rami della matematica, come il calcolo infinitesimale, e in quasi ogni parte della matematica applicata

Fin dal 2000 a.C. i Babilonesi e gli Egiziani formularono dei problemi come quelli che si possono trovare oggi nei testi elementari di algebra. Per esempio il problema n° 24 del papiro Rhind, datato circa 1650 a.C., chiede quale è il valore di un "mucchio" se il mucchio e 1/7 di mucchio è 19. 

Con terminologia e notazione moderna questo problema si può formulare così: "Quale numero sommato a 1/7 del numero stesso dà 19?". 

Possiamo usare una lettera, ad esempio x, per rappresentare il numero incognito e scrivere l'equazione 

x + 1/7x = 19 (1) 

Trovare un numero x tale che x + 1/7 = 19 si chiama risolvere l'equazione. 

Imparare ad usare lettere per scrivere equazioni che descrivono problemi di aritmetica, biologia, chimica, economia, ingegneria, geometria e fisica, e imparare a risolvere tali equazioni, sono gli scopi principali dell'algebra elementare. 

Facciamo l'esempio di un problema che si potrebbe incontrare in un laboratorio di chimica: 

"Quanti litri d'acqua si devono aggiungere a 2 litri di una soluzione di acido al 30% per ottenere una soluzione al 20%?". 

Per risolvere questo problema si può fare il ragionamento seguente: 

in primo luogo la quantità iniziale di acido sarà uguale alla quantità finale, dato che si deve aggiungere soltanto acqua. 

Inoltre il numero di litri di acido all'inizio è il 30% di 2 litri, che è 0,30x2=0,60. 

Ora se x è il numero di litri d'acqua che dobbiamo aggiungere, la quantità totale di liquido ottenuto sarà x+2 litri e di questo solo il 20% dovrà essere acido. Perciò il numero di litri di acido alla fine è il 20% di (x+2), che è uguale a 0,20 (x+2). Perciò l'equazione che dobbiamo risolvere è 

0,60 = 0,20 (x+2) (2) 

Le equazioni (1) e (2) sono esempi di equazioni lineari ad una variabile; i metodi per risolvere tali equazioni sono una parte importante dell'algebra elementare. 

PROPRIETÀ DEI NUMERI

I procedimenti per risolvere le equazioni o i sistemi di equazioni possono risultare molto complicati. Essi sono, tuttavia, basati tutti su un certo numero di proprietà fondamentali dei numeri. 

Per risolvere l'equazione (1) sono necessarie le proprietà seguenti. 

1) Per ogni numero x: 1·x=x (proprietà moltiplicativa del numero 1) Per indicare la moltiplicazione è abituale in algebra usare un punto centrato (·) invece che un segno di moltiplicazione (x). 

2) Per tutti i numeri x, y, e z: xz+yz=(x+y)z (legge distributiva) In algebra xz significa x volte z, yz significa y volte z, e (x+y)z significa (x+y) volte z. 

3) Se x=y allora zx=zy (è una proprietà dell'uguaglianza

4) Per tutti i numeri x, y, e z: x(yz)=(xy)z (legge associativa della moltiplicazione). 

TIPI DI NUMERI

In aggiunta ai numeri dell'aritmetica ordinaria (numeri interi e frazioni), l'algebra tratta dei numeri negativi, dei numeri razionali e dei numeri complessi (v. numeri). 

Il primo a sviluppare sistematicamente i numeri negativi fu il matematico indiano Aryabhata, nel sec. VI, che li usò per risolvere equazioni come x + 3 = 2 la cui soluzione è il numero negativo -1. 

I numeri irrazionali, come radice di 2 e pi greco, che non si possono esprimere come frazioni, furono scoperti per primi dai Greci nel sec. V a.C. Da allora i matematici li usarono estesamente, senza tuttavia analizzarli accuratamente fino al sec. XIX. 

I numeri complessi, come le soluzioni dell'equazione x² + 1 = 0, furono sviluppati nel sec. XVI, ma non furono generalmente accettati fino alla fine del XVIII. 

Qualsiasi fosse il tipo di numeri o la notazione usata, l'algebra, fino a un tempo relativamente recente, era fatta in modo piuttosto meccanico, adoperando regole che funzionavano ma senza domandarsi perché funzionassero. Non fu che ai primi del sec. XIX che matematici come George Peacock (1791-1858) e George Boole cominciarono a studiare le proprietà fondamentali dei numeri, come la proprietà distributiva, che formano le basi dell'algebra. 

TEOREMI DELL'ALGEBRA

Come avviene per le scienze empiriche, il pensiero dell'algebra è maturato attraverso il lento sviluppo di famosi teoremi. Un esempio è il teorema del binomio, attribuito di solito a Pascal (sec. XVII), ma già noto sostanzialmente diversi secoli prima di lui. Questo teorema mostrava come si possono espandere le espressioni binomiali e risultò utile per gli studi sulle serie matematiche e in definitiva per il calcolo. 

EQUAZIONI E GRAFICI

Nelle espressioni algebriche le costanti e i coefficienti sono numeri che non cambiano, mentre alle variabili può essere sostituito un insieme di valori. Mettendo insieme i singoli termini algebrici (detti monomi) si ottengono i polinomi. Le equazioni sono caratterizzate dal grado dei polinomi che vi compaiono, e soprattutto dal numero delle variabili e dal loro esponente. Quando le soluzioni delle equazioni vengono riportate in grafico appare evidente il legame tra l'algebra e la geometria. 

Nelle equazioni lineari, dette anche di primo grado, le variabili compaiono solo con l'esponente uno e non sono mescolate tra loro. Le loro soluzioni, riportate in un sistema di coordinate cartesiane, sono rappresentate da punti, rette o piani a seconda che l'equazione contenga una, due o tre variabili. 

Se in una equazione figurano variabili con esponente due (e non maggiore) l'equazione si dice di secondo grado, o quadratica. Le sue soluzioni, riportate in grafico, danno luogo a figure più complesse. Ad esempio, il grafico dell'equazione x²+y²+z²=9 è una sfera. Le equazioni (e i sistemi di equazioni) algebriche sono usate a volte per costruire, o definire, strutture geometriche (v. geometria analitica). D'altra parte, a volte si possono utilizzare metodi grafici per trovare la soluzione di problemi algebrici (come avviene in chimica e in fisica). 

MATRICI

All'incirca nello stesso periodo, altri matematici cominciarono a studiare altri tipi di sistemi algebrici, in cui gli elementi da considerare non erano più i numeri, e le cui proprietà, benché in un certo senso simili a quelle dei numeri, in realtà ne erano differenti. Per esempio verso il 1850 Arthur Cayley sviluppò l'algebra delle matrici. All'inizio le matrici furono sviluppate basandosi su concetti matematici astratti (la teoria delle trasformazioni lineari), ma ben presto divennero un aiuto indispensabile in molte applicazioni della matematica. In generale le matrici sono usate come metodo semplificativo per manipolare sistemi di equazioni algebriche

GRUPPI

Lo studio di insiemi in cui è definita una sola operazione portò, circa nello stesso periodo di tempo in cui furono studiate le matrici, ad un altro concetto basilare della matematica di oggi: il gruppo. 

Anche i gruppi, come le matrici, furono sviluppati all'inizio basandosi su concetti matematici astratti, ma ben presto la teoria dei gruppi trovò molti usi in altre parti della matematica e in campi come la matematica applicata o la meccanica quantistica. Come esempio di un gruppo consideriamo i cinque modi in cui tre lettere scritte in un certo ordine possono essere riscritte in un ordine differente. Vi sono un totale di sei permutazioni, inclusa la disposizione originale. 

ALTRI SISTEMI

Nel corso del secolo XX è proseguita la tendenza verso una classificazione rigorosa e uno studio dei sistemi algebrici caratterizzato da una definizione stretta degli elementi e delle operazioni; ciò ha dato luogo, oltre che alle teorie dei gruppi, a teorie che trattano dei campi, degli anelli e dei reticoli. 

Un campo è un sistema per il quale sono state definite le proprietà di addizione e di moltiplicazione. Esempi di campi sono l'insieme dei numeri razionali e quello dei numeri reali. 

Gli anelli sono sistemi che soddisfano un numero minore di postulati; ad esempio, un anello può godere o no della proprietà di commutazione. Esempi di anelli sono l'insieme dei numeri interi positivi e l'insieme di tutti i polinomi a coefficienti interi. 

I reticoli sono sistemi ristretti nei quali l'associazione di coppie di elementi soddisfa regole particolari. 

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Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 29/11/14