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Analisi della nuvolosita' mediante radiosondaggioObiettivo della lettura
Noticina lessicaleDovendosi fare largo uso dei termini "temperatura del punto di rugiada" e "temperatura del punto di brina", per comodità di espressione, si useranno al loro posto le accezioni più brevi di "punto di rugiada", "temperatura di rugiada" o "rugiada" per il primo e "punto di brina", "temperatura di brina" o "brina" per il secondo, intendendo sempre parlare delle su specificate temperature caratteristiche. Ai previsori viene frequentemente richiesto di formulare previsioni delle nubi al di sopra di quelle aree dove le osservazioni sinottiche non sono prontamente disponibili, oppure laddove una fitta copertura nuvolosa più bassa impedisce la visione delle nubi negli strati superiori. La presente lettura si propone lo scopo di aiutare il previsore a familiarizzare con i principi della rilevazione e dell'analisi delle nubi partendo dai dati dei sondaggi. E' bene dire, comunque, che non sarà questo il luogo per un'approfondita discussione sul sondaggio termodinamico. Per ulteriori informazioni, consultare la bibliografia. Importanza delle osservazioni mediante radiosondaggio nell'analisi delle nubiLe osservazioni delle nubi regolarmente fruibili dal previsore attraverso i messaggi sinottici in superficie (SYNOP) non sono generalmente di grande aiuto come base per la previsione. I radiosondaggi, che penetrano nei sistemi nuvolosi, rispecchiano, per taluni aspetti (principalmente nel campo dell'umidità), la distribuzione verticale delle nubi. Se la rilevazione dell'umidità non ha subito interruzioni o problemi, in genere non dovrebbero sussistere grosse difficoltà nell'individuazione degli strati nuvolosi attraversati dalla radiosonda. Ad ogni modo, a causa dei difetti della strumentazione, la relazione intercorrente fra umidità rilevata e presenza di nubi è ben lontana dall'essere esauriente, e spesso si deve far ricorso all'interpretazione empirica. Ciò nonostante, i dati della radiosonda forniscono indizi preziosi che, quando comparati con altre fonti, aiutano non poco nella rappresentazione di una quadro coerente della distribuzione delle nubi stratiformi e di origine frontale. In aggiunta, non può assolutamente essere trascurato il valore di questi dati nel valutare la distribuzione dei cumuli e dei cumulonembi. Desumere le nubi dal radiosondaggioIn via del tutto teorica, dovremmo essere in grado di dedurre, dai dati di umidità, gli strati in cui la radiosonda ha attraversato dei corpi nuvolosi. In realtà, le indicazioni desumibili dalle curve di temperatura e punto di rugiada sono spesso meno esatte ed affidabili di quanto si desideri. A parte ciò, possiamo comunque trarre utili indizi circa la distribuzione delle nubi e le aree potenzialmente favorevoli alla loro genesi. Del resto, questi "segni" non potrebbero essere ottenuti da nessuna altra fonte. Punto di rugiada e di punto di brina nelle nubiSe alla temperatura sottraiamo la differenza che intercorre con il punto di rugiada (differenza che gli anglosassoni chiamano dewpoint depression), otterremo proprio il valore della temperatura di rugiada, che è definita come quella temperatura a cui l'aria dovrebbe essere raffreddata (a pressione di vapore costante) affinché si giunga alla saturazione. Il punto di brina (Frost point), che è la temperatura a cui l'aria deve essere raffreddata o riscaldata adiabaticamente per raggiungere la saturazione rispetto al ghiaccio, è più elevata rispetto al punto di rugiada tranne che a 0°C, dove i due punti coincidono. Nel grafico mostrato in figura 1, la differenza tra punto di rugiada e di brina è tracciata come funzione del punto di rugiada stesso. In una nube a temperatura sopra lo zero, il vero punto di rugiada sarà molto prossimo alla reale temperatura dell'aria, indicando che l'aria tra le goccioline della nube è praticamente satura. Discrepanze minori possono verificarsi quando la nube non si trova in condizioni di equilibrio (quando essa è in fase di dissolvimento o di rapida genesi, oppure quando sono in atto precipitazioni all'interno della nube con gocce di pioggia a temperatura lievemente differente da quella dell'aria), ma dette discrepanze sono davvero piccole. Nella parte di nube al di sotto di 0°C, la temperatura vera è compresa tra l'effettivo punto di rugiada e l'effettivo punto di brina, in funzione del rapporto fra particelle di nube allo stato liquido e quelle allo stato solido. Se la nube consiste integralmente di goccioline di acqua sopraffusa, la temperatura vera e l'effettivo punto di rugiada si troveranno più o meno a coincidere. Se la nube è invece interamente composta di cristalli di ghiaccio, la temperatura potrebbe coincidere sia con il punto di brina che con quello di rugiada. Va comunque detto che non possiamo adoperare la coincidenza fra temperatura e punto di rugiada come valido criterio per le nubi a temperatura inferiore a 0°C. Con temperature al di sotto dei -12°C, la temperatura vera coincide più verosimilmente con il punto di brina che con il punto di rugiada. Il grafico già visto in figura 1 mostra che la differenza tra punto di rugiada e quello di brina aumenta approssimativamente di 1°C per ogni 10°C al di sotto di 0°C. Ad esempio, quando il punto di rugiada corrisponde a -10°C, il punto di brina è pari a -9°C; se il punto di rugiada è -20°C, il punto di brina è -18°C; e quando la rugiada è -30°C la brina è -27°C. Così, parlando di cirri che sono in stato di equilibrio (cioè in condizioni di saturazione rispetto al ghiaccio) alla temperatura (di brina) di -40°C, dovremmo valutare il corretto punto di rugiada pari a -44°C (arrotondato all'intero più vicino). Possiamo quindi affermare, in definitiva, che l'aria all'interno di una nube a temperatura inferiore a circa -12°C, è satura rispetto al ghiaccio, e che, al diminuire della temperatura della nube con l'altezza, la differenza fra gli effettivi punti di rugiada e di brina va incrementandosi. Ogni tentativo di determinare l'altezza degli strati nuvolosi attraverso i dati di umidità del radiosondaggio, è perciò soggetto ad errore. E' tuttavia possibile superare in parte alcuni di questi errori mediante interpretazione soggettiva dei sondaggi, come vedremo nel paragrafo successivo. Interpretazione degli strati rilevati dal radiosondaggio in relazione agli strati nuvolosi effettiviI seguenti diagrammi (figure 2, 3, e 4) illustrano il comportano della radiosonda durante l'attraversamento di corpi nuvolosi. Questi diagrammi sono stati correlati con osservazioni da aeromobile delle altezze della base e del top delle nubi eseguite dagli aerei in prossimità dell'ascensione della radiosonda. Le differenze temporali e spaziali fra aeromobile e radiosondaggio sono state generalmente inferiori rispettivamente alle due ore e alle 30 miglia. Alcuni degli aerei hanno riportato soltanto le nubi osservate al di sopra dei 15mila piedi; altri hanno riportato tutte le nubi. Nella figura 2 come nelle successive, le osservazioni delle nubi eseguite da aeromobile sono indicate nell'angolo in basso a sinistra sotto l'intestazione CLOUD (vedi esempio a lato); al di sotto di queste, sono riportate le osservazioni in superficie. Laddove le nubi basse non sono state riportate dall'aeromobile, le si possono desumere dalle osservazioni in superficie. Le altezze riferite agli aeromobili sono espresse in centinaia di piedi (pressione-altitudine). La temperatura, il punto di brina e quello di rugiada sono indicate rispettivamente dai simboli T, Tf e TD.
La comparazione fra sondaggio e riporto delle nubi ci consentono di esporre le seguenti regole:
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è stata realizzata da Vittorio Villasmunta
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