Termochimica

La termochimica è una branca della chimica fisica e studia le variazioni e i trasferimenti di energia che hanno luogo quando avviene una reazione chimica o una trasformazione di fase. Queste variazioni di energia sono di solito provocate dalla rottura o dalla formazione di legami chimici durante una reazione e vengono chiamate calori di reazioni. Di solito nella rottura di un legame chimico si ha assorbimento di energia, mentre nella sua formazione l'energia viene ceduta dal sistema all'ambiente. Quando in una reazione si ha produzione di energia sotto forma di calore, la reazione viene detta esotermica; se invece il calore viene assorbito, allora la reazione viene detta endotermica.
Quando vennero studiate le relazioni che intercorrono fra lavoro e calore, fu dimostrato che entrambe queste grandezze sono forme di energia. I più importanti studi vennero condotti dal 1840 al 1850 da James Prescott Joule, il quale scoprì che il lavoro meccanico può essere convertito in calore. Il calore veniva misurato in calorie (una caloria viene definita come la quantità di calore necessaria per aumentare di un grado centigrado la temperatura di un grammo di acqua) mentre l'unità di misura del lavoro, che prima era indicata in newton per metro, fu ribattezzata col nome di joule. Le due unità sono correlate l'una all'altra in questa maniera: 1 caloria = 4,184 joule. Joule scoprì anche che quando una certa quantità di energia apparentemente sparisce, essa in realtà viene convertita in un'altra forma. Il suo lavoro portò all'affermazione della cosiddetta legge della conservazione dell'energia, che stabilisce che questa non può essere né creata né distrutta ma può essere trasformata da una forma in un'altra. Questo è uno dei vari enunciati con cui può essere espressa la prima legge della termodinamica ed è il concetto di base che sta alle fondamenta di tutta la termochimica.

Calore di reazione

La quantità di calore liberato o assorbito dalle sostanze che prendono parte a una reazione viene chiamata calore di reazione. Le misure sperimentali che permettono di valutare tale calore possono essere fatte direttamente per mezzo di un calorimetro. Quando un composto si forma dai suoi elementi, il calore di reazione che si ha quando una mole di composto si forma viene chiamato calore molare di formazione. Questa quantità è un utile sistema per indicare la stabilità di un composto. La maggior parte dei composti ha calori di reazione negativi, poiché durante la formazione si ha sviluppo di energia.
I composti con un calore di formazione negativo e molto grande sono molto stabili. Quelli che al contrario hanno un calore di reazione piccolo, positivo o negativo, sono generalmente instabili. Questi ultimi si decompongono facilmente, oppure tendono a reagire con facilità. Se un composto ha un calore di formazione positivo e grande, esso può reagire violentemente o decomporsi in modo esplosivo a causa della gran quantità di energia che si trova immagazzinata in esso.

Calore di combustione

Il calore di combustione, di una sostanza è il calore sviluppato dalla completa combustione di una mole della sostanza stessa. Il calore di combustione dell'idrogeno, a esempio, è equivalente al calore di formazione dell'acqua, cioè - 68,32 kcal. I valori dei calori di combustione relativi a vari tipi di combustibili sono estremamente utili e importanti per gli ingegneri che hanno il compito di sviluppare sistemi calore/energia.

Determinazione del calore di reazione

Allo scopo di calcolare il calore di reazione, o la variazione di entalpia, il calore contenuto dai reagenti (l'entalpia dei reagenti) viene determinato e sottratto al contenuto calorico dei prodotti.

Altri valori termochimici

La variazione di entropia per una reazione è uguale all'entropia dei prodotti meno l'entropia dei reagenti. Relativamente alla reazione mostrata sopra, i valori dell'entropia per ciascuna sostanza possono essere trovati nelle apposite tabelle termodinamiche e sono, in cal/mole per grado centigrado: 

propano, 64,50;

ossigeno, 49,00; 

biossido di carbonio, 51,06;

acqua, 16,72. 

Così, la variazione di entropia, relativamente alla combustione del propano può essere valutata di 89,44 cal/mole-grado.
Un'altra proprietà che può essere determinata per questa reazione è la variazione di energia libera. Questa grandezza fu definita per la prima volta nel 1875 dal fisico statunitense Josiah Willard Gibbs come la quantità di energia che in un sistema può essere convertita in lavoro utile (a temperatura e pressione costanti). Questa quantità può essere calcolata come differenza fra l'energia libera finale e l'energia libera iniziale delle sostanze. In generale, le reazioni che presentano una variazione di energia libera grande e, soprattutto, negativa, sono spontanee; questo significa che esse tendono ad avvenire senza che sia necessaria una energia chimica esterna.

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Ultimo aggiornamento: 29/11/14