TIROCINIO IN AERONAUTICA: SI APRONO NUOVI ORIZZONTI PER NOI STUDENTI

testi e foto di Giancarlo Modugno

 

Noi studenti dell’Istituto Tecnico Aeronautico di Bari “Euclide” siamo stati protagonisti di un progetto che ci ha permesso di entrare, sebbene per un paio di settimane, nell‘ambiente lavorativo militare, il quale magari un giorno potrebbe interessarci direttamente. Si è trattato di un “tirocinio formativo”, nato il 16 dicembre 2004 come progetto sperimentale in collaborazione con l’aeronautica militare (36° Stormo presso Gioia del Colle) a seguito di una convenzione con il nostro istituto, quindi tra il Colonnello Roberto Boi e il nostro Dirigente Scolastico Preside Vincenzo Fiorentino. La convenzione, coerente con l’interesse della Forza Armata sul mantenimento di proficue collaborazioni nel settore della ricerca, sperimentazione ed addestramento, sta consentendo di programmare, in favore di noi studenti, percorsi didattici di discipline aeronautiche e specificatamente:

  • corsi di meteorologia e di traffico aereo;

  • visite d’istruzione agli uffici meteorologici, alla torre di controllo e al centro radar;

  • visite d’istruzione al banco prova motori di propulsione aerea.

E infatti questi stage, partiti all’inizio di giugno e terminati la prima settimana di luglio (naturalmente divisi in turni da due settimane), sono stati strutturati in maniera tale da poter farci scegliere il percorso più adatto alle nostre ambizioni lavorative.

Per quanto riguarda il corso meteo, a cui io stesso ho partecipato, si è partiti con la formazione di due gruppi, il primo si sarebbe recato all’ufficio meteo regionale e il secondo alla stazione di rilevamento meteorologico; alla fine della prima settimana i gruppi hanno cambiato la propria postazione.

La stazione di rilevamento, situata tra le due piste dell’aeroporto, conteneva molti strumenti sofisticati e professionali, quali un nefolaser, anemometro e anemografo (più gli anemometri sulle piste), barometro e barografo, pluviometro e pluviografo, software per la trasmissione di dati tramite FTP (File Transfer Protocol) al Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aeronautica (CNMCA), e infine la capannina meteorologia, situata all’esterno su un manto erboso e contenente un termoigrografo, un termometro e un psicrometro. Le principali attività svolte riguardavano la compilazione di messaggi particolari trasmessi periodicamente all’ente su citato, quindi il METAR (messaggio breve di osservazione trasmesso da Gioia del Colle ogni ora), il SYNOP (messaggio specifico sulle osservazioni trasmesso ogni tre ore) e il SYREP (messaggio d’osservazione riepilogativo dell’intera giornata, trasmesso alle ore 8 dell’orario internazionale ogni giorno). Il lavoro dell’Osservatore è molto particolare in quanto si basa su specifiche conoscenze (giusto per fare un esempio è necessario sapere come e in quanto tempo rilevare la temperatura dalla capannina la quale a sua volta deve avere specifiche caratteristiche), su un’adeguata precisione nel riportare eventi meteorologici, su una certa professionalità che raggiunge il culmine con l’esperienza nonché su un particolare senso di responsabilità in quanto offrono un servizio alla navigazione aerea, quindi ai piloti i quali vogliono sapere con precisione da quali condizioni meteo è e/o sarà caratterizzata l’atmosfera per affrontare un volo in sicurezza. Infine, va anche detto che i dati trasmessi da tutto il mondo vengono raccolti dai grandi centri meteorologici mondiali per poi essere elaborati per la produzione dei famosi “modelli” (GFS, ENS, NOGAPS, ECMWF, ecc) Quindi il lavoro dell’osservatore è di fondamentale importanza per chi lavora come previsore, in quanto non è possibile eseguire una prognosi senza sapere quali sono i sintomi del paziente (per noi il tempo)!

Nell’ufficio meteorologico, il luogo strettamente dedito alla previsione, siamo stati chiamati a svolgere molte più attività mirate all’approfondimento del lato teorico – didattico affrontato a scuola e all’organizzazione, nonché alla fraseologia, da usare per elaborare una previsione finale abbastanza dettagliata. Innanzitutto, la previsione non è una cosa immediata e semplice: vanno analizzate e tenute in considerazione molte variabili e contemporaneamente bisogna avere un’ottima conoscenza della zona da prendere in esame. Questo perché la meteorologia è una scienza perfetta che si basa su un sistema imperfetto, ovvero l’atmosfera; lo definiamo imperfetto perché è in continua evoluzione, è un fluido con mille caratteristiche particolari molto sensibile alle minime variazioni delle sue variabili e a “l’effetto farfalla” (Il 29 dicembre 1979, il fisico Edward Lorenz presentò alla Conferenza annuale della American Association for the Advancement of Science, una relazione in cui ipotizzava come il battito delle ali di una farfalla in Brasile, a séguito di una catena di eventi, potesse provocare una tromba d’aria nel Texas. E Alan Turing 29 anni prima disse: «Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l'uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, o la sua salvezza»; possiamo evincere come un minimo evento non previsto possa far deviare la più precisa delle previsioni). Come abbiamo già detto, esistono vari “modelli” utilizzati per l’analisi delle variabili meteo. Questi modelli sono il risultato del calcolo di miliardi di equazioni relative alla fisica dell’atmosfera: a seconda degli arrotondamenti e dei parametri utilizzati dai vari centri meteo, si giunge a modelli che tra di loro a medio termine iniziano a variare nei loro prodotti sia di poco che di molto. Per cercare quindi di creare un prodotto attendibile si ricorre ad una tecnica che definisco “visione d’ensemble”: si affiancano i vari modelli e fino a quando una certa evoluzione è seguita da tutti allora è accettabile. Se i modelli iniziano a divergere in varie direzioni allora è necessario affidarsi al più attendibile secondo i propri ragionamenti ed la propria esperienza: è logico, quindi, pensare come la previsione finale perda precisione e di conseguenza è quasi impossibile prevedere un evento certo a lunga scadenza (solitamente fino a 72 h si riscontra molta precisione, già da 120 h in poi si parla di Fantameteo! Ma dipende anche dal modello).

Il nostro lavoro presso l’ufficio meteo consisteva inizialmente nell’analisi di determinate mappe meteo scaricate mediante la rete intranet aziendale dell’aeronautica (quindi non accessibile al pubblico). Queste mappe vengono elaborate grazie al centro di Reading (in Inghilterra) e successivamente inviate dal CNMCA di Roma sulla rete. Le principali carte utilizzate sono state quelle dell’analisi e previsione del campo barico al suolo e della situazione nella media troposfera (la 500 hPa, la carta che meglio rappresenta lo stato atmosferico in quota). Si partiva con l’individuazione delle zone di alta e bassa pressione, quindi delle zone frontali per iniziare a capire come queste masse d’aria stessero interagendo con l’atmosfera per evolversi in determinati fenomeni. Dopo un’adeguata discussione, si andava alla ricerca di conferme e di altri dati, attraverso differenti carte: Vorticità e umidità relativa Velocità verticali (dell’aria) per i moti di subsidenza e di ascendenza Temperatura del bulbo bagnato Carta delle tendenze (barometriche) Freezing level (l’altitudine in cui la temperatura è uguale a 0°C) Analisi dei fronti Stato del mare Nefo analisi (top delle nubi) Il tutto è stato naturalmente confrontato con le immagini dal satellite (METEOSAT8) attraverso le tre bande radiometriche, l’Infrarosso, il Visibile e il Vapor d’acqua. Dato il periodo estivo, era importante individuare le formazioni cumuliformi (i cumulonembi e i cumuli congestus impediscono il volo sicuro e sono i responsabili dei fenomeni temporaleschi), capirne l’evoluzione e la possibile traiettoria, in modo da effettuare un NOW-CASTING adeguato, una previsione a brevissimo termine. Questa veniva infine trasmessa ogni tre ore attraverso un preciso messaggio di previsione, il TAF, valido per 9 ore (esiste anche il TAFOR, che vale 24 ore; questo non viene emesso da Gioia del Colle). Infine, abbiamo dato spazio all’elaborazione dei cosiddetti FOLDER, ovvero cartelle di rotta, richieste dai piloti, nelle quali si specifica la situazione e la previsione meteo mediante METAR e TAF su una specifica rotta aerea.

Un ringraziamento particolare va al personale operativo che si è dimostrato particolarmente costante nella collaborazione e chiaro nell’esposizione degli aspetti pratici-teorici. Il tirocinio formativo è un’iniziativa importante perché contribuisce alla formazione individuale e collettiva di noi ragazzi: ci ha permesso, infatti, di proiettarci nel futuro in visione di un luogo di lavoro in cui è necessario il lavoro di squadra per crescere professionalmente attraverso anche una forte e necessaria passione per questo tipo di lavoro. È stata un’ottima esperienza soprattutto per il fatto che non capita tutti i giorni di lavorare a fianco di personale specializzato e magari anche dei propri beniamini. Un altro ringraziamento va al nostro Preside e ai Professori che ci hanno seguito e spinto nell’iniziativa e che ci hanno permesso di effettuare un servizio televisivo per la televisione locale di Telenorba il 6 luglio.


Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 29/11/14