Un'esperienza determinante

di Silvia Massaro

Senza dubbio, l’esperienza vissuta  presso l’Aeroporto Militare di Gioia del Colle è stata determinante per approfondire ulteriormente molti degli argomenti trattati teoricamente nel corso delle attività scolastiche attraverso l’ausilio di sistemi informatici avanzati e, soprattutto, grazie alla costante collaborazione del personale operativo.

Durante il corso della prima parte dello stage (vale a dire i primi quattro giorni), dopo esserci divisi in due gruppi, ciascuno dei tirocinanti  ha partecipato a due principali attività svoltesi rispettivamente presso la stazione e l’ufficio meteo.  

L’attività richiesta in ufficio meteo ha coinvolto il nostro bagaglio di competenze acquisite in passato, sostanzialmente finalizzate alla  comprensione specifica delle caratteristiche riguardanti le carte previste e di analisi relative alle differenti superfici isobariche.

Come ben sappiamo, prima di formulare la previsione, è necessario riassumere le condizioni meteorologiche in atto che dovranno contenere elementi utili a formulare coerentemente la “prognosi”.

Nella maggior parte dei casi s’illustrano gli effetti prodotti dalle aree di alta e bassa pressione, dai sistemi frontali in spostamento e dagli afflussi di masse d’aria su una determinata zona; pertanto la conoscenza di questi elementi, unita alla corretta comprensione delle loro interazioni, sono essenziali per capire come si manifestano e si evolvono i diversi fenomeni meteorologici inerenti al volo.

Alla luce di quanto detto, i primi giorni sono stati dedicati principalmente all’analisi dell’insieme delle carte necessarie per le previsioni e per la preparazione dei cartelli di rotta (comunemente  denominati folder) tra cui meteogrammi, carte relative alle vorticità (che fornisce informazioni relative alla subsidenza e alla ascendenza delle particelle d’aria) alle temperature di bulbo bagnato (utile per conoscere le caratteristiche conservative termoigrometriche) associate a nefo-analisi e relative immagini da satellite riguardanti i campi dell’ infrarosso (utile per la determinazione di zone soggette ad eventuale presenza di Cb o TCU) e ancora, del vapore acqueo (necessario ai fini dell’ individuazione delle zone con maggiore presenza di umidità) ed infine il campo visibile, notevole banda  indicativa, grazie al quale si può ottenere una visione chiara e particolareggiata della formazione nuvolosa dovuta, in particolar modo, all’irraggiamento solare.

In seguito agli opportuni sondaggi, abbiamo interpretato il diagramma  termodinamico sul quale vengono tracciate la curva di stato dell’aria, le curve adiabatiche (secche e sature) mediante le quali, correlate ai valori della temperatura al suolo presente e prevista nelle ore successive, è possibile sapere se e quando l’aria è o sarà instabile o stabile, a quale quota  incontrerà il livello di condensazione e numerose altre informazioni indispensabili per l’attività di volo.

Giornalmente, ottenute tutte le carte necessarie si procedeva alla tracciatura delle zone di alta e bassa pressione evidenziando le isoterme e le isoipse (fondamentali per l’individuazione delle correnti a getto), gli assi di promontorio e saccatura, configurazioni frontali basilari per individuare dove la nuvolosità potesse presentarsi a carattere cumuliforme, stratificata  o mista, nel caso di fronte occluso dove i fenomeni si manifestano con la massima intensità.

La visione accurata delle carte ci permetteva di comporre, nel rispetto delle scadenze assegnate, i dati delle osservazioni di routine da trasmettere al centro di raccolta con messaggi redatti in codice METAR  e TAF relativi alla direzione e velocità del vento al suolo, visibilità, fenomeni meteorologici con tipo di estensione presenti sulla nostra stazione e nelle sue immediate vicinanze ed anche temperature insieme a tutte le varie informazioni supplementari.

Tutto ciò che è previsto diventa, dunque, vitale per i piloti quando, impegnati in operazioni di aviazione generale dove la conoscenza esatta dell’altezza delle nubi e delle sue previste zone di estensione risulta essenziale per la scelta delle quote che consente loro di mantenere condizioni VMC tali da evitare l’incontro con turbolenza, precipitazioni e formazioni di ghiaccio.

Durante la seconda parte dello stage siamo stati in stazione meteo dove abbiamo svolto le attività relative all’insieme di procedure necessarie per formulare la previsione, ovvero: letture psicrometriche, rilevamenti dei dati forniti dai termometri, dal barometro, dal nefolaser, dall’anemografo, attraverso i quali preparare messaggi metar circa ogni sessanta minuti e sinottici ogni tre ore.

Per concludere lo stage siamo stati chiamati a creare un vero e proprio ”briefing meteo” per il giorno successivo, da discutere durante una simulazione di briefing di stormo, avvenuta nelle ore pomeridiane della nostra ultima giornata.


Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 29/11/14