4 OTTOBRE 1957
Lo Sputnik é in orbita
Il primo satellite artificiale della storia
(articolo pubblicato da La Stampa nell'inserto Tuttoscienze
il 4 ottobre 1997)
IN Italia erano le 21 del 4 ottobre 1957, e come ogni sera,
alla stessa ora, Radio Mosca mandava in onda il suo notiziario in lingua
inglese. Ma anziché trasmettere le solite notizie di politica interna ed estera,
il bollettino annunziò che l'Unione Sovietica aveva lanciato con successo il
primo satellite artificiale della storia: "Sta girando attorno al globo" -
comunicò la radio moscovita - "su traiettoria ellittica alla quota di 900
chilometri dal suolo. Ha forma sferica, con diametro di 58 centimetri, pesa 86
chilogrammi e porta con sé un apparecchio radiotrasmittente. Il suo nome e'
Sputnik" (parola che in russo significa "compagno di viaggio").
Il breve comunicato fece subito il giro del mondo ancor più
velocemente di quanto non facesse il satellite in orbita, mentre le
telescriventi dei giornali e delle agenzie di stampa si mettevano in moto a
ritmo frenetico. Lo "Sputnik 1" era in orbita tra i 228 e i 947 chilometri
d'altezza, e già inviava a Terra il suo celebre segnale, quel "bip- bip" che
veniva captato sul nostro pianeta da vari centri di radioascolto governativi e
privati. Lo "Sputnik 1" era stato lanciato da un misterioso poligono spaziale
nascosto tra le steppe del Kazakhistan, quella che poi sarebbe diventata la base
spaziale di Bajkonur. In tutto il
mondo l'impresa suscitò stupore e incredulità, soprattutto negli Stati Uniti,
dove quel segnale dallo spazio suonava come un'atroce sconfitta nella supremazia
tecnologica della guerra fredda in atto con l'ex Urss. Il vicepresidente Lyndon
Johnson disse: "Adesso non possiamo più perdere tempo. I russi hanno un
satellite che dall'alto può fare di tutto, può persino controllarci, e in futuro
possono scagliarci sulla testa bombe come sassi da un cavalcavia. Comunque io
non voglio andare a dormire alla luce di una luna comunista...".
In effetti per gli americani era una beffa, poiché alcuni
mesi prima avevano annunciato un satellite in grado di effettuare ricerche
sull'ambiente spaziale intorno alla Terra, in occasione dell'Anno Geofisico
Internazionale, che aveva radunato, in un imponente sforzo di indagine, i
massimi esperti al mondo dal 1° luglio 1957 al 31 dicembre 1958. Werner Von
Braun, che guidava gli ingegneri missilistici tedeschi che dopo la sconfitta
della seconda guerra mondiale finirono dalla parte americana, lavorava già ad un
razzo vettore in grado di lanciare un satellite made in Usa. Von Braun,
che faceva parte dell'esercito, nulla poteva fare poiché nella dura gara interna
tra le forze armate, la spuntò la Marina, che con il suo razzo Vanguard che
recava sulla sommità un satellite piccolo come un pompelmo, collezionò una serie
di fallimenti tali da convincere poi Eisenhower a puntare verso il gruppo di Von
Braun, che con il suo potente e affidabile vettore "Jupiter
C", lanciò in orbita con successo il 31 gennaio 1958 l'"Explorer
1".
Da allora lo spazio cominciò ad "allargarsi"; i lanci di
satelliti aumentarono e la gara tra le due superpotenze si faceva sempre più
interessante, con nuovi record in fatto di peso, dimensioni, distanze raggiunte
e risultati scientifici ottenuti. D'altra parte il periodo di guerra fredda
tecnologica non dava premi a chi arrivava secondo, e in quel periodo chi
dominava nello spazio aveva potere assoluto sulla Terra. Per viaggiare nello
spazio era infatti necessario disporre di motori a razzo che funzionavano con
miscele di propellenti ad alto potere di combustione, di materiali capaci di
resistere a temperature estreme, di apparati elettronici piccoli e allo stesso
tempo capaci di governare un razzo o una capsula a ritmi rapidissimi e con
grande affidabilità. Nel frattempo i russi avevano lanciato il secondo "Sputnik"
con a bordo il primo essere vivente, la cagnetta Laika, che fu inviata nello
spazio per studiarne le reazioni. Ma il piccolo bastardino, che subito divenne
una simpatica mascotte in tutto il mondo, era stato mandato in orbita con
biglietto di sola andata, poiché ancora non era stata sviluppata una tecnica per
il rientro dei satelliti. Laika bruciò così al contatto dello "Sputnik 2" con
gli strati atmosferici, creando una nuova atmosfera di inquietudine a Terra, e
scatenando le prime polemiche animaliste. I voli con animali erano poi
proseguiti con altri cani lanciati e quasi tutti recuperati sani e salvi dai
russi, e da scimmie inviate nello spazio dagli americani per spianare la strada
ai primi uomini dello spazio, che arrivarono nel 1961 con il volo di
Gagarin, primo uomo a compiere
con successo una missione spaziale. Ancora una volta i russi erano arrivati
primi, e solo un anno dopo, con il volo orbitale di
John Glenn, durato 5 ore, la Nasa
riuscì a pareggiare i conti con una Russia che aveva già portato
Gherman Titov a restare per 24
ore in orbita su una capsula Vostok
ben più pesante e tecnologicamente avanzata della "Mercury"
statunitense. A galvanizzare gli animi ci pensò il presidente John Kennedy,
subentrato dal 1960, che annunciava nel 1961 l'invio di un americano sulla Luna
entro la fine degli Anni 60. A quel punto le risorse finanziarie per la Nasa
aumentarono pur di superare i russi e di raggiungere la Luna per primi. Ancora
una volta fu Von Braun a fare da regista di questo scenario affascinante, che lo
si poteva riassumere nello sviluppo del gigantesco razzo vettore
Saturno 5, alto 110 metri, che fu
sviluppato dal 1961 con una serie di lanci di prova. Fu questo razzo vettore,
che dal 1968 al 1972, con una spinta di 3400 tonnellate, portò gli americani
verso la Luna con le capsule Apollo, decretando il trionfo americano e la
sconfitta russa. Una sconfitta che aveva un perché: la controparte russa di Von
Braun, e cioè il progettista- capo
Sergheij Korolev, che aveva ideato e progettato le missioni sovietiche
dagli Sputnik fino alle prime Soyuz
sviluppando vettori e capsule, era morto nel 1966, e chi ne assunse l'eredita'
non fu in grado di sviluppare un razzo (chiamato N-1), affidabile come il
Saturno 5. L'N-1 esplose in volo in 4 lanci su 4.
Con la vittoria lunare americana, avvenuta solo 12 anni dopo
lo "Sputnik 1", un'era si chiuse e se ne aprì un'altra, all'insegna dello
sviluppo di satelliti applicativi sempre più sofisticati, di sonde che furono
inviate nel Sistema Solare, e laboratori spaziali, come i
Saljut russi e lo
Skylab americano, che
consentivano agli astronauti di restare nello spazio per lunghi periodi,
effettuare nuovi esperimenti scientifici impossibili da realizzare sulla Terra,
e per studiare gli aspetti medici di una lunga permanenza in vista di un futuro
viaggio verso Marte che già nel 1969 appariva come una tappa di sequenza logica
successiva all'arrivo sulla Luna.
Antonio Lo Campo
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