Riserve minerarie oceanicheLe riserve minerarie oceaniche riguardano vari materiali metallici e non metallici, di origine e potenzialità economica diverse, localizzati sotto o sopra la piattaforma continentale e i bacini oceanici.Le risorse minerali della piattaforma continentale sono simili a quelle del continente adiacente poiché la piattaforma poggia su rocce continentali; sono relativamente accessibili per lo sfruttamento, a causa della scarsa profondità dell'acqua che arriva a qualche centinaio di metri, e per la loro vicinanza al continente.Le risorse minerarie del bacino oceanico sono diverse da quelle della piattaforma poiché le rocce oceaniche (v. basalto) sono fondamentalmente differenti da quelle continentali (v. graniti); le risorse dei bacini oceanici sono anche meno favorevoli per lo sfruttamento a causa delle grandi profondità, che arrivano a migliaia di metri e le notevoli distanze dalla costa (v. oceani e mari; giacimenti minerari). Le risorse minerarie oceaniche si originano in sei differenti processi: erosione di rocce continentali (terrigene); organismi viventi (biogeniche); deposizione chimica delle acque marine (autigeniche); sostituzione chimica (diageniche); processi atmosferici (meteoriche)processi vulcanici (vulcaniche).
I minerali di origine vulcanica possono essere ulteriormente classificati come idrotermali (depositati da soluzioni acquose calde) o magmatici (depositati dal raffreddamento di rocce fuse). Questi processi sono validi sia per la piattaforma continentale che per il bacino oceanico.La tecnica impiegata nello sfruttamento di una risorsa mineraria è determinata dalla maniera in cui questa si presenta. Depositi non consolidati, in forma di sedimenti o noduli, vengono dragati. Depositi consolidati, localizzati in rocce dure, possono richiedere tecniche di perforazione se sono insolubili (come carbone e vene metalliche o filoni) o tecniche di dissolvimento se sono solubili (come i depositi di zolfo). I sali minerali disciolti richiedono tecniche estrattive chimiche e fisiche.Attualmente è utilizzata soltanto una piccola frazione delle potenziali risorse minerarie della piattaforma continentale e pressoché nessuna del bacino oceanico. Le risorse minerarie oceaniche non sono ancora adeguatamente valutate, e il costo di esplorazione e sfruttamento della maggior parte di esse non è ancora competitivo con quello delle risorse terrestri. Quando questi fattori cambieranno, l'utilizzazione delle risorse oceaniche aumenterà. Il valore del solo materiale della produzione annua di minerali oceanici del petrolio (olio e gas naturale) è stato stimato in circa un miliardo di dollari nel 1972; valore quadruplicato nel 1980.Depositi minerari terrigeni non consolidati sono ampiamente distribuiti sulle piattaforme continentali. I più utilizzati di questi depositi sono quelli di sabbia e ghiaia silicee. Riserve potenziali di depositi a placer - minerali pesanti e grani di metalli nativi concentrati nei sedimenti in virtù del loro peso specifico relativamente alto (da 3,5 a 8) - se ne trovano di più nel mare. Fra i depositi a placer utilizzati vi sono le sabbie al titanio al largo del Brasile e le ghiaie a stagno al largo dell'Indonesia, Thailandia e Malesia. L'unica miniera di diamanti di alto mare, al largo dell'Africa sud occidentale, fu chiusa nel 1972 per ragioni economiche. Depositi non consolidati biogenici ed autigeni comprendono sedimenti calcarei, come anche i preziosi coralli e le perle.Depositi consolidati sotto il pavimento delle piattaforme continentali sono generalmente estensioni verso il mare di depositi terrestri. Il carbone, il più utilizzato fra questi depositi, è prodotto da estensioni dei campi terrestri al largo delle coste del Canada, Cile, Gran Bretagna, Giappone e Turchia. Vengono sfruttate anche estensioni marine di depositi metallici, come la baritina dell'Alaska e il giacimento stratificato a ferro del Canada e della Finlandia.Estesi depositi di fosforite in stato consolidato e non consolidato che esistono nelle aree di risalita oceanica - come quelle situate al largo delle coste sudoccidentali dell'America Settentrionale e delle coste occidentali dell'America Meridionale - non sono stati ancora utilizzati poiché c'è disponibilità di fosforite nei depositi terrestri. Depositi di sale (v. salgemma), potassio e zolfo esistono sotto i continenti e piattaforme continentali adiacenti al posto dei precedenti bacini di evaporiti. La produzione sottomarina di zolfo, limitata ai duomi salini localizzati al largo della Louisiana (USA), fornisce circa il 20% della produzione statunitense di questo minerale.Le risorse minerarie oceaniche in forma fluida estratte dalle piattaforme continentali comprendono il petrolio (olio e gas naturali) e vari minerali disciolti come sali o elementi nell'acqua marina. Il sale è il prodotto derivato in maggior quantità dai soluti marini. Il petrolio sottomarino estratto al largo delle coste di 25 nazioni rappresenta circa il 20% della produzione mondiale e il 90% del valore della produzione oceanica mondiale annuale (v. petrolifera, industria).I depositi non consolidati dei bacini oceanici comprendono i noduli di manganese che si formano per precipitazione dall'acqua marina e sedimenti metalliferi di origine vulcanica. I noduli di manganese (v. manganese, noduli di) della grandezza di una palla da golf o da tennis, sono ampiamente distribuiti sul fondo oceanico, dove variano per abbondanza e composizione. Oltre al manganese (in contenuto superiore al 50%, peso secco) i noduli contengono ferro (dall'1 al 18%) e cobalto, rame e nichel (ciascuno fino al 2%). Fin dall'inizio degli anni Sessanta diverse nazioni hanno sviluppato tecnologie per l'estrazione dei noduli di manganese. Si devono, però, risolvere molti problemi ingegneristici ed economici prima di poter utilizzare questa risorsa e non si prevede di poter giungere ad uno sfruttamento a livello commerciale prima del sec. XXI, quando le risorse terrestri, di assai più facile ottenimento, saranno divenute assai scarse.La formazione di sedimenti metalliferi è dovuta principalmente a processi idrotermali collegati con l'attività vulcanica delle dorsali oceaniche (come la dorsale medioatlantica e i rilievi del Pacifico orientale) e in zone di fosse tettoniche dove si forma nuova crosta oceanica (come nel Mar Rosso e nel golfo della California). I sedimenti più ricchi che si conoscono si trovano in diversi piccoli bacini situati lungo il centro del Mar Rosso ad una profondità di circa 2 Km; il contenuto medio di metalli di questi sedimenti è 29% di ferro, 3,4% di zinco, 1,3% di rame, 0,1% di piombo, 0,00005% di argento e 0,0000005% di oro. I sedimenti metalliferi del Mar Rosso sono sormontati da salamoie calde che hanno in soluzione gli stessi metalli. Sono in corso studi finanziati dal governo del Sudan e dell'Arabia Saudita per valutare la possibilità di sfruttamento di questi sedimenti. Altri sedimenti metalliferi sulle dorsali oceaniche mostrano un basso contenuto di minerali.Le risorse minerarie consolidate dei bacini oceanici includono le incrostazioni di manganese, massicci depositi idrotermali di solfuri di rame e ferro, depositi di solfuri di nichel-platino e depositi magmatici di cromite. Le incrostazioni di manganese di origine sia autigena che vulcanica formano strati irregolari fino a 2 m di spessore che aderiscono alla superficie rocciosa del fondo oceanico. I depositi massicci idrotermali di rame e ferro, quelli di solfuri di platino-nichel e i depositi magmatici di cromite non sono ancora stati campionati sul posto; la loro esistenza in zone comprese nei livelli superiori, spessi parecchi chilometri, di rocce sottostanti i bacini oceanici, è stata dedotta dalla presenza di depositi simili in rocce oceaniche affioranti in certe zone della Terra, come sull'isola di Cipro e a Terranova. I depositi minerari consolidati dei bacini oceanici sono risorse potenziali che si potranno utilizzare solo dopo lo sfruttamento completo dei noduli di manganese sovrastanti e non consolidati.Per quanto riguarda le risorse fluide dei bacini oceanici, gli accumuli di petrolio possono estendersi molto al largo delle zone sottostanti le piattaforme continentali e interessare porzioni adiacenti di bacino oceanico. Il potenziale petrolifero di queste porzioni di bacino oceanico resta aperto alle ipotesi finché non si perforeranno pozzi esplorativi.Copyright © 2002 Motta Editore
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