IN DIRETTA DALL'ANTARTIDE: I segreti delle frittelle di ghiaccio. Sei boe per studiare il graduale congelamento del maredi Stefano Piraino, Cnr Taranto(pubblicato il 14-6-2000 su TuttoScienze) King George Island, Stretto di Bransfield (Oceano Australe), 62° 35' lat. S; 58° 29 long. W. Temperatura dell'aria: -3 °C; temperatura dell'acqua: -0,5 °C. La spedizione "Easiz III" in Antartide si avvia verso la conclusione. Durante le ultime settimane, le indagini sono proseguite nel settore delle isole Shetland meridionali, all'estremità Nord della Penisola Antartica. Il trasferimento dal Mare di Weddell verso la Penisola è stato contrassegnato dal progetto STiMPI (Short Timescale Motion of Pancake Ice) condotto dallo Scott Polar Research Institute (SPRI) Sea Ice Group (Cambridge), e dal Centre for Coastal and Marine Science, Marine Technology Division, Dunstaffnage Marine Laboratory (Oban). I ricercatori britannici si propongono di studiare il processo di formazione della banchisa polare e le modalità di di aggregazione del ghiaccio marino, due fenomeni ancora relativamente poco conosciuti. Quando la superficie del mare, esposta alle basse temperature, inizia a gelare, si formano delle lastre di ghiaccio galleggiante sottili e fragili, che ben presto si frammentano in chiazze di diverse dimensioni a seconda della combinazione di diversi fattori, come l'intensità del vento e le caratteristiche del moto ondoso. I frammenti di ghiaccio, urtando tra di loro, arrotondano i loro bordi, assumendo un caratteristico aspetto circolare, che gli anglosassoni hanno definito "ice pancakes" ossia "frittelle di ghiaccio": queste formazioni precedono lo stadio di consolidamento e di formazione della banchisa vera e propria. Le ridotte dimensioni (da poche centimetri sino ad un massimo di cinque metri di diametro) e i continui cambiamenti nelle aggregazioni dei pancakes rendono difficile lo studio del movimento di queste masse e precludono l'utilizzo delle metodologie di rilevamento satellitari. Il progetto STIMPI utilizzerà sei boe derivanti di tipo innovativo, equipaggiate con trasmettitori satellitari e sensori per il rilevamento delle caratteristiche chimico-fisiche dell'acqua, per seguire l'evoluzione delle diverse aggregazioni di "pancakes" nei prossimi due mesi. Le boe, ognuna delle quali costa circa 30 milioni di lire, sono state costruite allestendo gli strumenti all'interno di un galleggiante a forma di ciambella, dai bordi arrotondati. Questo galleggiante proteggerà gli strumenti e il trasmettitore durante il processo di compattazione del ghiaccio, e permetterà alla boa di scivolare sopra la banchisa, continuando a trasmettere la posizione e i dati rilevati dai sensori. Durante la navigazione dal Mare di Weddell verso la Penisola Antartica, le sei boe sono state rilasciate in diverse zone lungo il margine settentrionale di formazione della banchisa. Lo studio dei meccanismi di formazione del ghiaccio marino e' di grande interesse per l'oceanografia chimico-fisica dei mari polari. La formazione del ghiaccio, attraverso la cristallizzazione delle molecole di acqua dolce, produce un incremento della concentrazione dei sali disciolti nello strato d'acqua immediatamente sottostante alla superficie. L'acqua diventa più salata e più densa: queste acque superficiali, fredde e pesanti, si spostano in profondità, contribuendo in modo significativo alla regolazione termica ed alla circolazione globale delle acque nell'Oceano Australe. I primi dati mostrano che le boe si muovono con una velocità di oltre dieci nodi (quasi 20 km) al giorno, seguendo l'evoluzione dei pancakes. La formazione della banchisa appare come un sistema dinamico, con una successione di stadi di compattazione e di disgregazione, ma che globalmente determinano una progressiva estensione della banchisa in direzione Nord. Il progetto STiMPI si concluderà tra due mesi, quando la definitiva compattazione della banchisa precluderà ogni ulteriore possibilità di movimento alle boe derivanti, ma in tutto questo tempo le boe forniranno una serie di informazioni fino ad ora mai registrate nei mari polari.
|