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Procedure decisionali nelle fasi di diagnosi, prognosi e controllo operativo dei modelli numerici di previsione del tempo

3.2 LA TEMPERATURA PSEUDO POTENZIALE DI BULBO BAGNATO

3.2.1         DEFINIZIONE E PROPRIETA’

Figura 1 Metodo grafico per calcolare la wLa temperatura pseudo potenziale di bulbo bagnato (Qw) è uno degli strumenti diagnostici più importanti per la definizione dei modelli concettuali.

Essa è la temperatura che una particella d’aria assumerebbe se fosse forzata a salire secondo la curva dell’adiabatica secca (dry adiabat) fino al suo livello di condensazione (lifting condensation level) e successivamente riportata al livello della 1000 hPa secondo l’adiabatica satura (moist adiabat).

Consideriamo una particella d’aria con un certo tasso di umidità e ricaviamo, secondo la definizione, la sua Qw utilizzando il diagramma di Herloffson (figura 1).

In base alla definizione data, la Qw è una grandezza invariante nei processi adiabatici durante i quali intervengano o meno cambiamenti di stato dell’acqua; dato che tali processi afferiscono in maniera predominante una massa d’aria, almeno da un punto di vista sinottico, è possibile affermare che la Qw costituisca un tracciante per le masse d’aria.

Essa, inoltre, caratterizza una massa d’aria dal punto di vista igrometrico oltre che termico: a parità di temperatura infatti la Qw sarà tanto maggiore quanto più alto il contenuto di vapore acqueo.

Attraverso di essa è pertanto possibile seguire la “storia” di un massa di aria a partire dalla sua zona di origine.

Come è noto questa proprietà non compete alla classica temperatura, grandezza variabile nei processi adiabatici.

La Qw non si conserva nei processi diabatici e in quelli turbolenti.

Nei primi sono da includere:

  • le interazioni termiche tra il suolo e l’atmosfera che intervengono nel ciclo radiativo diurno-notturno;

  • lo sviluppo di cellule convettive post-frontali;

  • le intense precipitazioni;

Nel primo caso la degradazione del valore diagnostico diventa determinante se questi processi radiativi risultano persistenti tanto da cambiare le caratteristiche della massa d’aria, come avviene nella stagione estiva nell’area del Mediterraneo.Nel secondo caso, sebbene si tratti di processi tipicamente a mesoscala, la composizione degli effetti dovuti all’insieme delle cellule convettive può essere riscontrabile a scale superiori e pertanto influenzare una grandezza diagnostica a scala sinottica come la Qw.

Per quanto attiene i fenomeni turbolenti bisogna osservare che il nostro interesse è limitato ai bassi strati: pertanto gli effetti della turbolenza indotta dal getto non sono di particolare rilevanza sulla Qw.

Diversamente, risulta molto influente la turbolenza generata da intensi moti verticali in particolare quelli discendenti associati ad avvezioni di aria molto fredda per le nostre latitudine (ad esempio l’aria polare continentale).

In generale questi effetti degenerativi sulla grandezza sono certamente secondari rispetto a quelli di tipo radiativi.


Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 14/05/16