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Procedure decisionali nelle fasi di diagnosi, prognosi e controllo operativo dei modelli numerici di previsione del tempo

2.3 GLI PSEUDO FRONTI

2.3.1 LO PSEUDO FRONTE FREDDO, COME PARTE MERIDIONALE DI UN FRONTE FREDDO

 

La figura 1 mostra il fronte freddo sottovento all’asse di saccatura, esteso dalla Polonia alla Germania meridionale preceduto da una warm conveyor belt, come dedotto dall’andamento degli isospessori; la rimanente parte del corpo nuvoloso, identificabile come pseudo fronte freddo, è invece situata sopravvento all’asse ed è estesa dalla Francia meridionale sino al vicino Atlantico, penetrando infine con il suo lembo terminale in un’area anticiclonica.

La nuvolosità dello pseudo fronte è dovuta ad elevata baroclinicità, presente esclusivamente negli strati più bassi: essa è presente fino al più alla 700 hPa. Al di sopra di essa, cioè nella media-alta troposfera, si trovano strati dove i moti verticali sono discendenti o al più nulli: ciò è dovuto alla presenza di avvezione di vorticità decrescente con la quota e di avvezione fredda.

Queste considerazioni rendono conto della diversa consistenza della nuvolosità tra la zona frontale "classica", dove i moti verticali ascendenti riguardano anche gli strati medio-alti, e quella pseudo frontale. 

Una conferma di quanto affermato viene fornita dalla carta delle velocità verticali a 700 hPa (figura 2), assenti sulla porzione pseudo frontale, mentre ben evidenti sul resto del corpo nuvoloso.

L’analisi della temperatura pseudo potenziale di bulbo bagnato (figura 3) mostra l’intensa discontinuità termica lungo tutta la banda nuvolosa, dalla Polonia all’Atlantico, aspetto comune alla parte frontale e a quella pseudo frontale. Si identifica inoltre la warm conveyor belt, che precede il fronte, ed è estesa dall’ Italia centro-meridionale alla Polonia, attraverso la Penisola Balcanica, con inizio di occlusione sulla Danimarca; essa invece è assente sulla parte pseudo frontale.

Gli isospessori della figura 4 indicano le avvezioni termiche sulla banda nuvolosa, rispettivamente calda sulla porzione strettamente frontale, fredda su quella pseudo frontale.

Un confronto con l'analoga carta a 500 hPa mette in luce la maggiore baroclinicità in questo strato rispetto a quelli superiori.

Il diagramma termodinamico (figura 5) mostra il successivo passaggio dello pseudo fronte su Roma; si nota lo strato nuvoloso compatto a sottile, composto di stratocumuli intorno alla 920 hPa. Al di sopra di esso si evidenzia l’intensa compressione adiabatica, generata dai moti discendenti, che inibisce l’estensione della nuvolosità agli strati superiori. Dall'andamento del vento con la quota si può notare come tali moti discendenti siano dovuti all'avvezione fredda nello strato compreso tra 650 e 200 hPa.

La fenomenologia

Generalmente gli pseudo fronti freddi, come parte meridionale di un fronte freddo, transitano sulle nostre regioni, con provenienza nord-occidentale; essi generano precipitazioni modeste, specie sulle regioni tirreniche e sulle isole maggiori, dove però il loro passaggio è talvolta segnato da estesa nuvolosità bassa e da un’intensificazione del vento. Le precipitazioni più consistenti hanno luogo sul versante adriatico, sulle zone appenniniche del versante tirrenico e sulla Sicilia tirrenica, dove agisce l’effetto orografico.

La rappresentazione grafica.

Per indicare sull’analisi al suolo uno pseudo fronte freddo si utilizza la seguente simbologia:

 

Nella figura 6 sono indicati: lo pseudo fronte freddo sulla Francia meridionale; il fronte caldo di origine orografica sulle Alpi; i fronti freddo, caldo ed occluso sull’Europa centro-orientale


Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 14/05/16