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A. DI MONTE - Procedure decisionali nelle fasi di diagnosi, prognosi e controllo operativo dei modelli numerici di previsione del tempo

1.1 PREMESSA: LE FASI DELL’ATTIVITÀ DEL PREVISORE

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Il processo decisionale, che ha come fine la formulazione di una previsione meteorologica, consiste di tre parti: l’analisi dello stato atmosferico, la diagnosi e la prognosi.

Una quarta fase, successiva, è quella relativa al controllo operativo della previsione.

    1. L’ANALISI

L’analisi è basata su osservazioni, sia al suolo che in quota, su immagini da satellite e rilevamenti attraverso sensori remoti.

Durante la fase di analisi il meteorologo procede alla “lettura” delle caratteristiche della situazione presente. Gli aspetti chiave di questa prima fase sono la conoscenza della fenomenologia e della situazione sinottica in atto e della loro evoluzione nelle ultime ore.

La fase di analisi costituisce la base di tutta l’attività del previsore: un errore in sede di analisi si ripercuote sulla diagnosi provocando, verosimilmente, una degenerazione della prognosi.

    1. LA DIAGNOSI

La diagnosi è la fase nella quale, a seconda della scala, si individuano i processi fisici in gioco.

A scala sinottica la circolazione viene frammentata in configurazioni tipo (configurazioni di blocco, zonali, in senso meridiano, etc.) e le strutture nuvolose organizzate vengono identificate in soggetti sinottici corrispondenti a modelli concettuali; questi ultimi rendono conto anche del tipo e dell’intensità dei fenomeni associati.

Uno scopo della diagnosi è quello di poter individuare e localizzare i soggetti nel modo più oggettivo possibile sulla base dell’analisi compiuta e delle conoscenze dei fenomeni atmosferici del previsore.

In conclusione, una corretta diagnosi permette di ottenere una visione schematica della situazione meteorologica e rappresenta il punto di partenza per la prognosi del tempo.

    1. LA PROGNOSI

In sede di prognosi si procede alla deduzione della più probabile evoluzione dello stato dell’atmosfera e, di conseguenza, dello sviluppo dei soggetti individuati e dei relativi fenomeni.

In questa fase il previsore è supportato da un gran numero di prodotti di post elaborazione, derivati dai modelli numerici, la cui affidabilità è in genere molto elevata.

Tuttavia essi non sono infallibili, per cui si rende necessaria una strategia di lavoro che parta da un controllo del modello, finalizzata ad una sua validazione, e che fornisca strumenti diagnostici che inducano il previsore ad elaborare decisioni in maniera autonoma, che possano essere concordi o meno con il prodotto numerico.

    1. IL CONTROLLO OPERATIVO

Il controllo operativo consiste nella verifica che l’atmosfera reale stia evolvendo secondo quanto previsto.

In questa fase di monitoraggio, le osservazioni assumono un ruolo preponderante: nel caso che la situazione evolva in maniera differente il meteorologo dovrà considerare la possibilità di scenari alternativi ed eventualmente rielaborare la previsione alla luce dei nuovi elementi.


Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 14/05/16