Notizie generali sul clima d'Italia
in relazione a situazioni meteorologiche tipiche

Il clima d'Italia non è paragonabile con quello di altre regioni europee. La catena delle Alpi altera infatti la circolazione dell'atmosfera e questo effetto si estende per parecchie centinaia di chilometri sia a S che a N; in particolare le regioni settentrionali sono quelle per le quali l'effetto accennato è massimo e di conseguenza il loro clima risulta notevolmente diverso da quello della restante Europa meridionale.

Le montagne sono l'elemento perturbatore più importante, tuttavia, specialmente per le regioni meridionali, altri due fattori controllano il clima in maniera decisiva: l'influenza dell'Adriatico sull'Italia settentrionale e l'effetto del Mediterraneo sulla stabilità delle masse d'aria. Infatti:

  • Il mar Adriatico penetrando nelle regioni settentrionali tra l'arco di montagne costituito dalle Alpi italiane e dagli Appennini, fa sì che la Valle Padana possa essere interessata da aria marittima.

  • Il Mediterraneo, caratterizzato dall'avere la superficie più calda di quella degli altri mari che si trovano alla stessa latitudine, specialmente nel periodo ottobre-marzo, provoca un effetto instabilizzante delle masse d'aria (tale effetto peraltro non è sensibile sulle correnti aeree provenienti dal Sahara).

I tre fattori descritti (gli effetti orografici, l'influenza dell'Adriatico sulle regioni settentrionali e l'effetto instabilizzante del Mediterraneo) rendono ragione del fatto che il clima dell'Italia differisce notevolmente da quello di alte regioni situate alla stessa latitudine. Poiché l'influenza dei rilievi è importantissima si acclude una cartina fisica che mette bene in evidenza la distribuzione orografica.

Gli effetti orografici e di barriera delle montagne

Le catene montuose possono modificare sensibilmente la distribuzione barica e quindi la circolazione degli strati più bassi. Infatti, quando il vento soffia normalmente alla catena, si sviluppa sui versanti sopravento un cuneo di alta pressione, mentre nei versanti sottovento appare una saccatura; le linee di corrente della circolazione risultano così modificate (vedi fig. 2 a, b). Un esempio di questo effetto si ha in particolare quando il vento spira dalle direzioni tra W e NW a nord della regione alpina occidentale. Altri esempi di questi promontori e di queste saccature orografiche sono molto frequenti nell'Italia settentrionale; per esempio quando il gradiente di pressione dà luogo a correnti da SW attraverso gli Appennini, si rileva chiaramente la saccatura orografica lungo i versanti adriatici. Con correnti da E si forma invece una ben distinta saccatura nella parte sottovento delle Alpi Dinariche così profonda da determinare lungo le coste orientali italiane correnti moderate nord-occidentali.

Un secondo importante effetto orografico ha carattere statico; alla quota delle vette alpine il campo di pressione appare spesso continuo e indeformato, mentre al suolo la distribuzione della pressione è completamente diversa a N ed a S delle Alpi. La pressione sulla pianura bavarese è spesso di 10-20 hPa maggiore che sulla valle del Po, mentre tale differenza di pressione scompare a circa 4000 m; il gradiente di pressione nei bassi strati è determinato dalla distribuzione della temperatura al disotto di 4000 m. Infatti l'aria fredda di un anticiclone invernale europeo differisce grandemente dalle masse d'aria più calde che occupano il bacino adriatico e la parte orientale della valle Padana. Un effetto analogo si verifica non di rado lungo i versanti dell'Appennino ligure. L'aria fredda della Valpadana dà luogo ad una pressione più alta di quella esistente sul mar Ligure, cosicché se il campo di pressione non è alterato a circa 3000 m, la pressione deve risultare più alta nella valle del Po che nel mar Ligure. Il primo degli effetti descritti ha un'importanza di rilievo nella ciclogenesi sul mar Ligure e sull'Italia settentrionale, mentre il secondo dà luogo a venti del tipo di bora, maestrale, ecc. i quali caratterizzano la stagione fredda.

TIPI DI DEPRESSIONI

Negli istogrammi che seguono (fig.1) sono rappresentati i risultati di una statistica quinquennale della frequenza di determinati tipi di depressioni che hanno interessato l'Italia:

  • a) depressioni sottovento dovute all'effetto barriera delle Alpi ed originate nel Golfo di Genova o nella Valpadana;

  • b) depressioni mediterranee originate cioè nel Mediterraneo, ma non dovute ad effetti orografici delle Alpi e degli Appennini;

  • c) deboli depressioni termiche della Valpadana, determinate dal riscaldamento diurno del suolo;

  • d) depressioni atlantiche cioè originate sull'Atlantico.

Appare chiare che le depressioni invernali e primaverili apportatrici di precipitazioni sono per lo più del tipo sottovento. Le depressioni che si formano sul Mediterraneo occidentale sono meno frequenti, e ancor più rare appaiono quelle originate sull'Atlantico. In estate è molto frequente la formazione di una depressione termica nella Valpadana dovuta al forte riscaldamento  del suolo. Essa persiste per qualche giorno e può dar luogo a fenomeni temporaleschi. 

DEPRESSIONI SOTTOVENTO

 


Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 29/11/14