Wind Chill
Il termine wind chill è collegato all'esploratore antartico Paul A.
Siple, che lo coniò nel suo studio "Adaptation of the Explorer to the
Climate of Antarctica".
Nel 1940, Siple e Charles F. Passel condussero esperimenti sul tempo necessario
al ghiacciamento di 250 g di acqua in un cilindro di plastica esposto agli
elementi.
I tre parametri considerati furono:
-
la temperatura iniziale dell'acqua;
-
la temperatura esterna;
-
la velocità del vento.
Il fattore wind chill o temperatura equivalente, utilizza una
temperatura dell'epidermide di 33°C come valore di base; in questa maniera, i
fattori da considerare si riducono a due.
Definizione: Il wind chill tiene conto della perdita di calore che si
realizza quando dell'aria calda intorno ad un corpo è sostituita da aria più
fredda. Il fattore è un'indicazione dell'effetto della combinazione della
temperatura dell'aria e della velocità del vento riferita allo stato di
benessere termico di un essere umano.
L'abilità di prevedere il wind chill è particolarmente importante
per chi va per mare poiché:
-
raramente le previsioni destinate alla navigazione marittima includono
il fattore wind chill;
-
sia la velocità vera del vento che quella apparente probabilmente
differiscono dalla prevista velocità vera del vento;
-
la natura della navigazione comporta che la durata dell'esposizione al wind
chill non può essere messa in conto anticipatamente;
-
il rischio d'ipotermia può essere presagito.
Non di rado, il fattore wind chill è uno strumento largamente
sottovalutato nella prevenzione dell'ipotermia e del congelamento a bordo.
La tabella fornisce le temperature equivalenti ed è basata sulla formula di
Steadman, anche se esistono numerose altre formulazioni:
WC = .045 * (7.1766 * Sqr(v) + 10.45 - .5145 * v) * (t - 33.0) + 33.0
(temperatura in °C, velocità del vento in nodi)..
Le previsioni ottenute con questa equazione sono ragionevolmente
accettabili, anche se sono in corso studi per ottenere un indice migliore.
Le attuali inadeguatezze sono:
-
l'esperimento di Siple e Passel non prese in esame il fatto che l'acqua
fosse contenuta in un recipiente con sue specifiche proprietà;
-
in un oggetto riempito d'acqua non si genera calore, mentre il corpo
umano ne produce costantemente;
-
l'esperimento originale usò venti a 10 metri dal suolo;
-
il wind chill qui esaminato, inoltre, ignora altri fattori
ambientali, come l'insolazione, l'umidità dell'aria o le precipitazioni;
-
la formula non funziona per velocità del vento al di sotto di 5 nodi ed
al di sopra di 40 nodi.
Per
facilitare il calcolo, ho scritto un programmino disponibile nella sezione
Sofware.
|
|