Radarmeteorologia

Durante la seconda guerra mondiale fu scoperto che il radar, operante nella lunghezza d'onda dei centimetri, poteva rilevare l'eco della pioggia e di altri tipi di precipitazioni. Questa scoperta ha portato allo sviluppo della scienza conosciuta come radarmeteorologia.

Operativamente il radar viene usato in due aree: per il rilevamento della quantità e intensità delle precipitazioni e per individuare i temporali. Il radar, infatti, permette di rilevare anche uno scroscio d'acqua (cosa che invece può non accadere anche con una fitta rete meteorologica) e può fornire una stima affidabile della durata di una pioggia.

Rilevamento

Gli impulsi radar nell'intervallo fra i 3 cm (banda X) e i 10 cm (banda S) di lunghezza d'onda sono i più utili per l'individuazione delle particelle d'acqua e ghiaccio delle dimensioni di una goccia di pioggia. Così anche una leggera pioggia può essere individuata in un raggio di circa 320 Km. A questa distanza, però, a causa della curvatura della Terra anche un raggio inviato tangenzialmente alla superficie viene a trovarsi a un'altezza di 8 Km, rilevando quindi la precipitazione a tale altezza e non alla superficie. Durante gli ultimi anni sono stati fatti molti tentativi di usare il radar per misurare la quantità totale di pioggia caduta su un'area specifica (quale un bacino idrico), specialmente quando le precipitazioni avvengono a scrosci e le stazioni sparse di una rete meteorologica risultano inadeguate a dare stime affidabili. Il radar deve essere calibrato confrontando gli ecoradar con la quantità di pioggia effettivamente caduta, misurata da una fitta rete di stazioni meteorologiche. Poiché il fattore di riflettività del radar è correlato al diametro delle gocce di pioggia, elevato alla sesta potenza, alcuni assunti devono essere fatti circa la distribuzione delle dimensioni delle gocce. In generale si ha una buona corrispondenza fra la stima effettuata con il radar e le isoiete misurate (le linee, cioè, che uniscono i punti che hanno rilevato la stessa quantità di pioggia), pur essendoci molti fattori che limitano questa correlazione.

Individuazione dei temporali

Le linee di groppo e i temporali sono facilmente rilevabili sugli schermi radar così come possono essere facilmente seguite sugli schermi le intense tempeste locali. L'estesa rete delle stazioni radar meteorologiche degli Stati Uniti rende praticamente impossibile la non rilevazione di un intenso temporale che si abbatta su un'area densamente popolata, pur non essendo tale sistema del tutto infallibile. Un radar con un'antenna che "spazza" tutto l'orizzonte riceve i segnali eco di riconoscimento dei tornado. Gli allarmi possono essere così dati quando sono garantiti dalla comparsa sugli schermi radar di grandi linee di groppo. Gli operatori radar spesso osservano sugli schermi delle protuberanze a forma di gancio, causate dall'eco dei temporali, che sovente si trasformano con il passare del tempo in figure a forma di 6 e successivamente di ciambelle. Le grandinate, identificabili dai massimi di eco sia in altezza che in intensità, possono essere identificate con un notevole grado di precisione.

Altri sistemi radar

Se un'onda radar di una lunghezza d'onda di 1,8 cm (banda K) e che può individuare le goccioline delle nuvole, viene indirizzata verticalmente, essa rimanda l'eco solo da quelle parti dell'atmosfera occupate dalle nuvole stesse, permettendo in questo modo la determinazione del tetto e della base degli spessi strati di nuvole di bassa altitudine. Speciali rilevatori, trasportati da aeroplani, possono essere calibrati in modo da correlare lo sviluppo di campi elettrici con la comparsa e la forma degli ecoradar. Il radar meteorologico ha capacità risolutive sia nel tempo che nello spazio, pur non essendo facile ottenere dati quantitativi. Il sistema radar digitale, che usa l'elettronica, permette di superare queste difficoltà. In tale tecnica, infatti, le informazioni sull'intensità degli eco, a esempio, di una piccola area (dipendenti dalle capacità risolutive della strumentazione) vengono integrate per un certo periodo e stampate, in forma di reticolo, come cifre singole (operativamente in genere viene usata una scala di sei cifre), correlate alle intensità sommate. Questi sistemi radar computerizzati (radar "cifrati") sono particolarmente utili per identificare aree con estreme intensità di precipitazioni. I dati ottenuti servono per le previsioni del tempo locali e, in particolare, per fornire i preallarmi per le inondazioni. Un altro sistema radar, il radar Doppler, identifica e interpreta l'effetto Doppler in termini della velocità radiale del bersaglio. Questo sistema si basa sul fatto che il segnale proveniente da un bersaglio mobile differisce leggermente in frequenza rispetto all'onda trasmessa. La tecnologia elettronica ha permesso di colorare le immagini radar, instaurando così una tecnica che permette una migliore risoluzione e identificazione di fenomeni importanti, quali i tornado e i movimenti dei tifoni, e una migliore conoscenza dei risultati della disseminazione delle nuvole con cristalli.

Copyright © 2002 Motta Editore


Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 29/11/14