Onde oceaniche

1. INTRODUZIONE

Movimenti periodici delle acque superficiali o poco profonde degli oceani, generati da svariati fenomeni, come vento, movimenti sismici o frane sottomarine. Quando il vento spira sulla superficie marina, genera onde con ampia varietà di forme, dimensioni e velocità di propagazione. È difficile ricondurre la complicata configurazione delle onde oceaniche a forme d'onda studiate con semplici equazioni nell'ambito della matematica e della fisica elementari, tuttavia anche le onde più grandi non si sottraggono alla teoria ed è possibile determinare delle relazioni, seppure approssimate e valide in diversi casi specifici, tra i parametri caratteristici dell'onda, quali la distanza tra due creste successive (lunghezza d'onda), l'intervallo di tempo che intercorre tra due passaggi successivi dell'onda attraverso lo stesso punto (periodo dell'onda) e la velocità di propagazione.

2. CARATTERISTICHE DELLE ONDE DI SUPERFICIE

Tipicamente il periodo di un'onda lunga in mare aperto è di 20 s, la lunghezza circa 600 m, la velocità 30 m/s; un'onda morta, ossia un'onda che non è più esposta all'azione diretta del vento, ha invece periodo intorno ai 10 s, lunghezza di circa 150 m e velocità di 15 m/s; un'onda alimentata dal vento ha periodo di 7 s, lunghezza di 70 m e velocità di 10 m/s. Le onde delle insenature hanno periodi alquanto più brevi, mediamente intorno ai 3 s, sono lunghe 15 m e hanno velocità di 5 m/s; infine le increspature degli stagni hanno periodo di 0,5 s, lunghezza di 40 cm e velocità di 0,8 m/s.

L'altezza dell'onda, cioè la distanza verticale tra un ventre e la cresta successiva, è più difficile da determinare. È controllata principalmente dall'intensità e dalla durata del vento e dal cosiddetto fetch, che è la lunghezza del tratto di mare su cui il vento ha soffiato. In mare aperto il fetch è spesso lungo e, quando i forti venti di un'intensa depressione atmosferica soffiano per un tempo prolungato, può generare onde assai lunghe e alte che viaggiano in diverse direzioni (principalmente nella stessa direzione del vento), fino ad abbandonare l'area dei forti venti e a trasformarsi nelle cosiddette onde morte.

Le onde morte sono più semplici da studiare anche dal punto di vista matematico; inoltre, misurando da una stazione costiera il ritardo tra l'onda morta più veloce e quella più lenta, si può risalire alla distanza della zona di origine. Le onde morte possono spingersi a grande distanza: alcune si sono propagate addirittura per quasi metà della circonferenza terrestre partendo dalla zona di origine.

La lunghezza delle onde generate dal vento può essere minore o maggiore della profondità dell'acqua in cui esse si propagano; nel primo caso si parla di onde corte, nel secondo di onde lunghe. Queste ultime comprendono fenomeni di tipo, entità e origine diversi, a partire dalle piccole oscillazioni del livello del mare, limitate alle insenature, fino alle maree, estese agli oceani nella loro globalità. Un esempio importante di onde lunghe è dato poi dagli tsunami. Generati da terremoti sottomarini, essi consistono di onde che attraversano l'oceano ad altissima velocità (di norma 200 m/s). Esiste un sistema internazionale di allarme per gli tsunami: queste onde, molto lunghe e basse, possono risultare impercettibili per le navi in alto mare, ma hanno effetti devastanti quando si abbattono sulle coste, specialmente quelle insulari.



Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 27/02/16