La salinità delle acque superficiali è fondamentalmente distribuita in modo zonale sebbene non così chiaramente come per le temperature. La distribuzione media della salinità superficiale (figura 4.3) è differente da quella della temperatura in quanto vi è un minimo appena a nord dell'equatore e valori massimi nelle zone sub-tropicali a circa 25° N e S dell'equatore. I minimi ed i massimi sono evidenti per ciascun oceano nella figura 4.9. I valori decrescono andando verso le alte latitudini. Le osservazioni hanno reso chiaro che la salinità superficiale è determinata dagli effetti contrapposti della crescente evaporazione e decrescente precipitazione così come mostrato nella figura 4.10.
<Le massime salinità delle figure 4.3 e 4.10 sono nelle zone dei trade wind dove l'evaporazione annuale (E) eccede la precipitazione (P), cosicché (E-P) risulta positivo, mentre il massimo di temperatura è vicino all'equatore perché il bilancio di energia nel mare possiede un singolo massimo lì.
Va detto anche (figura 4.3) che la densità dell'acqua superficiale ha un singolo minimo alle basse latitudini, in corrispondenza del singolo massimo di temperatura.
Nella distribuzione verticale nelle regioni equatoriale, tropicale e subtropicale c'è un minimo di salinità marcato da 600 a 1000 metri (figura 4.11) con la salinità che aumenta poi a 2000 metri. Nell'Atlantico la salinità diminuisce lentamente al di sotto di questa profondità. Nei tropici c'è spesso un subitaneo massimo di salinità da 100 a 200 metri di profondità vicino al top del termoclino. Ciò deriva dall'inabissamento dell'acqua ai massimi di salinità tropicale (figura 4.3) e dal flusso verso l'equatore.
Alle alte latitudini, dove il valore superficiale è basso, generalmente la salinità aumenta con la profondità a circa 2000 metri, con nessun minimo subsuperficiale.
Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta Ultimo aggiornamento: 27/02/16