Misuriamo la temperatura - Dal kelvin al termometro di casa

(pubblicato il 3 marzo 1993 su TuttoScienze)

IL kelvin, unità di temperatura termodinamica, è la frazione 1/273, 16 della temperatura termodinamica del punto triplo dell'acqua (XIII Conferenza Generale dei Pesi e delle Misure, 1967).

La definizione della temperatura termodinamica, basata sul teorema di Carnot e sulle leggi dei gas perfetti, offre al metrologo la possibilità di definire l'unità di temperatura indipendentemente da qualsiasi sostanza termometrica, a condizione che si stabilisca il valore della temperatura da attribuire a uno stato termico di riferimento. 

Nel 1954 la X Conferenza Generale dei Pesi e delle Misure decise di scegliere il punto triplo dell'acqua, caratterizzato dalla coesistenza in equilibrio delle tre fasi solido, liquido, vapore, come stato termico di riferimento e di attribuirgli la temperatura di 273,16 K. 

La XIII Conferenza Generale dei Pesi e delle Misure nel 1967 adottò quindi la già citata definizione: "Il kelvin, unità di temperatura termodinamica, è la frazione 1/273,16 della temperatura termodinamica del punto triplo dell'acqua". Il punto triplo dell'acqua si ottiene in celle di vetro sigillate, contenenti acqua purissima. La riproducibilità del punto triplo dell'acqua è migliore di 0,1 millesimi di kelvin. 

La temperatura termodinamica, oltre che in kelvin (simbolo K), può essere espressa anche ricorrendo all'unità grado Celsius (simbolo C). La relazione tra la temperatura espressa in gradi Celsius (simbolo t) e la temperatura espressa in kelvin (simbolo T) è: t/C = T/K - 273,15. Da questa relazione discende che la temperatura Celsius del punto triplo dell'acqua è 0,01 C, ossia di un centesimo di grado Celsius superiore alla temperatura di fusione del ghiaccio che vale 0 C (o 273,15 K). Da notare infine che le ampiezze del kelvin e del grado Celsius sono eguali. Il punto triplo dell'acqua, pur essendo fondamentale, è tuttavia insufficiente per definire una scala di temperatura utilizzabile per le misure pratiche. Per questo scopo si realizza la Scala di Temperatura Internazionale del 1990 (STI-90), che prescrive una serie di punti fissi di temperatura, di termometri interpolatori e di equazioni interpolatrici adatti a realizzare una scala che copra un vasto campo di temperatura. L'attuazione dell'unità di temperatura, nonché la realizzazione e la conservazione della STI-90, che rappresenta il campione nazionale in Italia, sono affidate all'Istituto di Metrologia "G. Colonnetti" (Imgc). La STI-90 dell'Imgc fa riferimento, nell'intervallo tra 24,6 K e 2400 K, ai seguenti punti fissi: 

- punti tripli dell'idrogeno (13,8033 K), del neon (24,5561 K), dell'ossigeno (54,3584 K), dell'argo (83,805 K), del mercurio (234,3156 K) e dell'acqua (273,16 K); 

- punto di fusione del gallio (302,9146 K); 

- i punti di solidificazione dello stagno (505,078 K), dello zinco (692,677 K), dell'alluminio (933,473 K) e dell'argento (1234,93 K). 

I termometri interpolatori utilizzati (termometri campione) sono il termometro a resistenza di platino tra 24,6 K e 1235 K ed il termometro a radiazione tra 1235 K e 2500 K. Con questi termometri si possono misurare con continuità temperature in tutta la scala. Ciò non è ottenibile con il solo uso dei punti fissi; essi infatti stabiliscono dei riferimenti discreti lungo la scala e non sono facilmente trasferibili ai campioni di lavoro, e cioè ai termometri di vario genere utilizzati nella ricerca, nella tecnica e nella vita ogni giorno.


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Ultimo aggiornamento: 29/11/14