Studi sull'atmosfera

Già gli antichi Cinesi ed Egiziani conoscevano l'uso di pale a vento, e nel sec. II a.C. i Greci costruirono un osservatorio meteorologico, noto come Torre dei venti. L'interpretazione dei fenomeni atmosferici data da Aristotele nel suo Meteorologia, scritto intorno al 340 a.C., ha dominato per quasi 2000 anni (fino alla fine del sec. XVI) il pensiero scientifico occidentale. I moderni studi sull'atmosfera prendono le mosse dall'invenzione del termometro da parte di Galileo (c. 1600) e del barometro ad opera di Torricelli (1643). Ben presto i primi studiosi scoprirono che le variazioni meteorologiche sono correlate a cambiamenti di pressione, e a partire dalla fine del sec. XVII in molte località vennero iniziati rilevamenti sistematici delle condizioni atmosferiche. Tramite l'osservazione di questi dati, nel 1743 Benjamin Franklin dedusse per la prima volta che le perturbazioni sono sistemi in movimento, ma fino all'invenzione del telegrafo, avvenuta intorno al 1850, questa scoperta non poté essere fruttuosamente applicata alla previsione delle condizioni del tempo. Nella seconda metà del sec. XIX, fu introdotto l'uso di palloni sonda per lo studio dei livelli superiori dell'atmosfera.
Queste ricerche culminarono nella scoperta (1899) della stratosfera da parte del meteorologo francese Teisserenc de Bort. A partire dal 1927, con lo sviluppo delle radiosonde (che consistono in un semplice pallone contenente apparecchiature capaci di ritrasmettere a terra, via radio, informazioni sulla temperatura, pressione e umidità degli strati superiori dell'atmosfera), si è iniziata una ricognizione sistematica della struttura e circolazione dell'atmosfera. Quasi contemporaneamente, i meteorologi della scuola di Bergen (Norvegia) svilupparono la teoria che riconduce l'origine delle tempeste cicloniche a perturbazioni generate sui fronti polari. Ulteriori studi teorici di importanza fondamentale furono compiuti, negli anni Trenta Quaranta, da un meteorologo americano di origine svedese, Carl Gustav Rossby, che chiarì il ruolo delle perturbazioni in movimento nella circolazione complessiva all'interno dell'atmosfera. Durante la seconda guerra mondiale, i piloti dei bombardieri scoprirono l'esistenza delle correnti a getto, stretti "fiumi" di venti ad alta velocità che circondano il globo ad un'altezza approssimativa di 10 Km. Soltanto nel 1960, con il lancio del primo satellite meteorologico, Tiros I, si è potuto per la prima volta ottenere una visione globale dell'atmosfera. Il contemporaneo sviluppo di calcolatori veloci ha reso possibile la costruzione di modelli matematici complessi dei fenomeni atmosferici, nonché una maggiore accuratezza delle previsioni meteorologiche mediante metodi numerici.

Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 29/11/14