Circolazione generale dell'atmosfera

La distribuzione media dei venti nell'atmosfera prende il nome di circolazione generale. Con questo termine si comprendono non solo i venti più o meno costanti presenti sulla Terra a scala globale, ma anche le molte perturbazioni transitorie che costituiscono il tempo atmosferico. Per capire bene la struttura dei sistemi di venti e pressioni in senso globale, dobbiamo considerare gli effetti della rotazione terrestre sulle masse d'aria in movimento.

Su un pianeta non sottoposto a rotazione, i movimenti dell'aria sarebbero causati principalmente da differenze di pressione. I venti spirerebbero da aree di alta pressione ad aree di bassa pressione. All'equatore l'atmosfera è più calda, e sappiamo che una massa d'aria calda occupa più spazio di un'equivalente massa di aria fredda; così avviene che la distribuzione verticale dell'aria in quota al di sopra dell'equatore è maggiore che non ai poli, ciò vuol dire che, in quota, la pressione dell'aria è maggiore sull'equatore. Se non ci fosse la rotazione terrestre, questo fatto si tradurrebbe semplicemente in un flusso d'aria in direzione dei poli. Di conseguenza, la pressione a livello del mare aumenterebbe ai poli, producendo a sua volta un flusso d'aria al suolo in direzione dell'equatore.

A causa della rotazione terrestre, tuttavia, il flusso d'aria subisce una deviazione verso destra nell'emisfero boreale, verso sinistra nell'emisfero australe. Questo fenomeno è noto come effetto di Coriolis (dal nome del matematico francese G.G. Coriolis, vissuto nel sec. XIX) ed è il risultato della conservazione del momento. Un flusso d'aria subisce un rallentamento o un'accelerazione a seconda che si muova allontanandosi o avvicinandosi all'asse di rotazione terrestre (cioè verso l'equatore o verso i poli).

La direzione del moto delle masse d'aria diviene così parallela alle isobare, che sono linee lungo le quali, per una data quota, la pressione dell'aria è costante; la velocità del flusso d'aria risulta proporzionale al gradiente barico. Si parla in questo caso di equilibrio geostrofico e di vento geostrofico. Ciò si esprime mediante la legge di Buys Ballot: nell'emisfero boreale, un osservatore che riceve il vento alle spalle ha sempre l'area di bassa pressione a sinistra e davanti e l'area di alta pressione a destra e alle spalle. Nell'emisfero australe avviene il contrario.

Lo schema della circolazione generale è influenzato anche dalle differenze di temperatura. Più fredda è l'atmosfera, più rapidamente, sulla superficie terrestre, si ha diminuzione di pressione con la quota. Perciò, anche la differenza di pressione, per due punti posti a differente latitudine, aumenta con l'altezza, ed anche la velocità del vento aumenta, così da mantenere l'equilibrio geostrofico. Questa tendenza viene espressa mediante relazioni termiche fra i venti, che ci dicono che nell'emisfero boreale un osservatore che riceve l'aria più calda a destra e l'aria più fredda a sinistra, osserverà che il vento in quota aumenta nella direzione anteriore. L'inverso accade nell'emisfero australe.

Le relazioni geostrofiche e termiche rendono ragione dell'esistenza dei principali venti occidentali (cioè provenienti da Ovest) alle medie latitudini, dove sia la pressione che la temperatura diminuiscono andando verso i poli, e rendono ragione anche dell'incremento dei venti con la quota, fino a raggiungere i 30 m/sec nel centro della corrente a getto subtropicale, a circa 30° di latitudine, ed a una quota di circa 12 Km dal suolo. Questi venti occidentali in quota sono fra i fenomeni più importanti nella circolazione atmosferica generale. Le masse d'aria che apportano il buono o il cattivo tempo hanno la loro origine e vengono trasportate all'interno di queste correnti in quota. Quindi i sistemi di perturbazioni tendono a muoversi da Ovest a Est alle medie latitudini, lungo percorsi associati alle correnti a getto. Tuttavia, la direzione media del vento all'interno delle correnti a getto non è esattamente da Ovest a Est, altrimenti non si avrebbe trasporto di calore verso i poli. In realtà, l'influenza delle più importanti catene montuose e del contrasto tra terre emerse e oceani determina una deviazione della corrente a getto dalla sua latitudine media lungo un percorso sinuoso intorno al globo.

Nell'emisfero boreale, le maggiori deviazioni verso l'equatore si hanno sopra le porzioni orientali dei continenti nordamericano e asiatico. Ad oriente di queste regioni, nel Pacifico occidentale e nell'Atlantico occidentale, il flusso principale delle correnti ha delle forti componenti dirette verso i poli, che rendono possibile il trasporto di grandi quantità di calore verso Nord. Nelle stesse regioni, si originano inoltre molte perturbazioni temporanee che si muovono insieme alle correnti principali, contribuendo anch'esse a trasportare calore verso i poli.

Nelle regioni tropicali, avvengono fenomeni diversi. Vicino alla superficie, la pressione diminuisce da zone di alta pressione situate a circa 30° di latitudine, a zone di bassa pressione all'equatore (v. clima tropicale). Ne risultano dei venti di bassa quota che, a causa dell'attrito con la superficie terrestre, non seguono l'equilibrio geostrofico; essi vengono chiamati alisei settentrionali e meridionali nei rispettivi emisferi. I venti alisei rappresentano la parte inferiore di un sistema di circolazione, chiuso ad anello nel piano meridiano, noto con il nome di cella di Hadley. Secondo Hadley, in prossimità dell'equatore l'aria riscaldata si innalza dal suolo e si muove verso i poli nell'alta troposfera; raffreddandosi gradualmente, essa discende verso il suolo e muove nuovamente in direzione dell'equatore, completando così il ciclo. La cella di Hadley è in realtà estremamente asimmetrica. Il moto ascensionale è concentrato in una ristretta fascia di circa 50 Km chiamata zona di convergenza intertropicale, che si trova mediamente a circa 10° di latitudine. Quasi tutto il trasporto di masse d'aria in ascensione in questa zona avviene all'interno di grandi nubi convettive cumuliformi, che si estendono spesso fino a 15 Km d'altezza. Al di fuori di questa zona, l'aria gradatamente discende raffreddandosi per irraggiamento al di sopra della fascia subtropicale. Questa estesa massa d'aria discendente è la causa delle condizioni di predominante aridità delle regioni subtropicali. Il calore e il momento trasportati fuori dalle zone tropicali verso i poli dal flusso in quota nella cella di Hadley sono i primi responsabili del bilancio termico e dinamico dell'atmosfera nelle zone tropicali.


Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 29/11/14