L'atmosfera e l'uomo

Le attività dell'uomo interagiscono spesso con l'atmosfera. L'esempio più noto di deliberato intervento dell'uomo sull'atmosfera è costituito dalle tecniche di condensazione delle nubi, allo scopo di incrementare le precipitazioni o di prevenire la grandine (v. tempo, modificazioni del). Peraltro, queste tecniche di condensazione sono tuttora di discussa efficacia, essendo ancora scarsi gli esempi di successi veramente significativi.

Le modificazioni involontarie dell'atmosfera da parte dell'uomo sono invece più largamente documentate. Esse possono avere conseguenze a scala locale e a scala globale. L'impatto dei fenomeni di urbanizzazione sul clima locale è ben conosciuto (v. clima urbano). Le conseguenze a scala globale sono più difficili da dimostrare. Negli ultimi anni si è affermata la convinzione che l'ozonosfera possa subire danni a causa della distruzione chimica dell'ozono da parte di fluorocarburi (v. inquinamento chimico) introdotti nell'atmosfera da attività umane. Nel 1986 venne accertato scientificamente che ogni primavera sopra l'Antartide si forma un "buco di ozono" (un'area in cui l'ozono è assente) e le prove raccolte a partire da allora hanno mostrato che tale fenomeno è presente, sia pure in misura ridotta, anche sull'Artide. L'interpretazione di queste osservazioni è difficile, a causa della complessità della chimica dell'atmosfera, tuttavia i clorofluorocarburi (CFC) sono oggi considerati i principali responsabili di questo calo. Alcuni scienziati ritengono che ogni 1% di riduzione dello strato di ozono faccia aumentare la quantità di raggi ultravioletti che raggiungono la superficie terrestre di una quantità che va dall'1 al 3%. Ciò farebbe aumentare i casi di cancro e alla fine potrebbe minacciare tutte le forme di vita; inoltre cambierebbe la distribuzione delle temperature nella stratosfera, con potenziali variazioni climatiche in tutto il globo. Nel 1988 i principali paesi produttori di CFC si accordarono per bloccarne la preparazione. In conseguenza dell'inquinamento dell'aria i livelli di ozono sulla superficie terrestre stanno aumentando. L'ozono della troposfera danneggia i raccolti agricoli e contribuisce alla formazione delle piogge acide.

E' stato previsto che la liberazione di biossido di carbonio dovuta alla combustione dei combustibili fossili potrà creare una nuova seria minaccia, se non vengono presi opportuni provvedimenti. La concentrazione di questo gas nell'atmosfera è cresciuta da meno di 300 parti per milione (ppm) prima del 1900 a circa 350 ppm alla fine degli anni Ottanta. Questo andamento potrebbe provocare un aumento sensibile della temperatura della superficie terrestre a causa dell'effetto serra. Alcuni scienziati ritengono che processi come un maggiore assorbimento del gas da parte degli oceani o una più estesa copertura da parte delle nubi potrebbero neutralizzare la tendenza. Tuttavia, rapporti della NASA e della Enviromental Protection Agency degli Stati Uniti fanno pensare che questa tendenza sia salda e le più recenti ricerche confermano ciò. Si è osservata, inoltre, una crescita del metano atmosferico dell'1% all'anno circa, conseguente alle nuove tecniche agricole, all'ulteriore decremento dello strato di ozono e all'incremento dell'effetto serra.


Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 29/11/14