Leggi di conservazione

In fisica le leggi di conservazione sono affermazioni secondo le quali la quantità totale di certe grandezze fisiche rimane costante nel corso di determinati processi all'interno di un sistema isolato

Tra le leggi fondamentali di questo tipo vi sono quelle per la massa, l'energia, l'impulso, il momento angolare e la carica elettrica. 

Ad esempio, la legge di conservazione della massa si applica alle reazioni chimiche e stabilisce che la massa totale delle sostanze che prendono parte alla reazione non cambia dall'inizio alla fine. Cioè, la massa non si crea e non si distrugge. 

La legge di conservazione per l'impulso afferma che sia la direzione che l'intensità risultanti dell'impulso restano invariate, poiché si tratta di una grandezza vettoriale (v. calcolo vettoriale). 

Scelta del sistema. 

In generale le leggi di conservazione sono valide per sistemi isolati a cui non si possono aggiungere o sottrarre quantità fisiche. Se su un sistema agiscono forze esterne, l'impulso totale, per esempio, non è conservato. Se in un sistema entrano o escono particelle dotate di impulso, esse contribuiranno a cambiarne l'impulso totale. Tuttavia, se i confini del sistema fossero stati originariamente estesi in modo da includere le sorgenti delle forze o delle particelle, allora l'impulso totale sarebbe conservato. 

Carica elettrica. 

La legge di conservazione della carica elettrica è una legge fondamentale, non essendone nota nessuna eccezione. Prima della collisione la carica totale è quella del protone; dopo la collisione la carica totale è sempre la stessa in quanto la carica dell'elettrone creato è esattamente opposta a quella del positrone. La materia ordinaria è elettricamente neutra, perché vi sono esattamente tante cariche positive sui nuclei atomici quante ve ne sono di negative sugli elettroni circostanti. Nelle reazioni chimiche sia le cariche positive che quelle negative sono conservate separatamente. La materia può diventare carica se si trasferiscono alcuni elettroni da un oggetto a un altro; sul primo oggetto rimane una uguale quantità di carica positiva. 

Energia. 

Attualmente la legge di conservazione dell'energia è una delle leggi di natura più importanti e più solidamente confermate, benché sia stato necessario riconoscere che l'energia può presentarsi in molte forme differenti. Forse la forma più semplice di energia si presenta nel moto: questa energia, detta energia cinetica, per una particella di massa m che si muova alla velocità v, è uguale a 1/2 mv². L'energia cinetica totale di un sistema di particelle è la somma delle energie cinetiche delle particelle singole. Quando si compie lavoro su una particella, l'aumento dell'energia cinetica della particella è uguale al lavoro fatto. Per un sistema di molte particelle, il lavoro totale fatto su tutte le particelle è uguale all'aumento di energia cinetica dell'intero sistema. Se il lavoro risultante è nullo si ha conservazione dell'energia cinetica. In questo lavoro deve essere incluso il lavoro eseguito dalle forze interne delle particelle quando agiscono l'una sull'altra. Perciò, quando un pattinatore che ruota su se stesso con le braccia allargate le ritira verso il proprio corpo, ruoterà più velocemente (con energia cinetica aumentata) a causa del lavoro fatto sul corpo. In questo esempio viene conservato il momento angolare poiché non vi sono coppie esterne. Dato che in un sistema isolato si può avere un aumento di energia cinetica, perché valga la legge di conservazione dell'energia dovrà intervenire anche energia di qualche altra forma e che vari a sua volta in maniera da mantenere costante (conservare) l'energia totale del sistema: questo fatto è evidente nel caso del pendolo semplice. Quando il pendolo oscilla avanti e indietro, la sua velocità, e perciò la sua energia cinetica, varia; nel punto più alto la sua energia cinetica è nulla. Perciò bisogna considerare un'altra forma di energia: l'energia potenziale. Nel caso del pendolo l'energia potenziale è uguale a Wh dove W è il peso del pendolo e h l'altezza rispetto al punto più basso della traiettoria. Qui l'energia cinetica e l'energia potenziale variano, ma l'energia totale E = 1/2 mv² + Wh viene conservata durante il moto. 

In molti sistemi isolati è possibile esprimere la legge di conservazione dell'energia in termini della costanza della somma dell'energia cinetica e potenziale. Nei sistemi macroscopici il cui stato sia descrivibile in termini di temperatura, pressione e volume, la legge di conservazione dell'energia è nota come prima legge della termodinamica: in essa il calore è riconosciuto come una forma di energia. La prima legge della termodinamica afferma che la variazione dell'energia totale interna di un sistema, durante una trasformazione, è uguale all'energia calorifica assorbita più il lavoro fatto sul sistema dalle forze esterne. 

Simmetria. 

Sembra che vi sia una connessione tra le leggi di conservazione e la simmetria nella natura (v. simmetria, fisica). Le leggi di conservazione dell'impulso e della massa-energia sono una conseguenza del fatto che le leggi della fisica sono invarianti per traslazioni rispetto allo spazio e al tempo di un dato sistema di riferimento inerziale. Dal fatto che le leggi fisiche sono le stesse in un riferimento ruotato rispetto al riferimento originale deriva la legge di conservazione del momento angolare. La legge di conservazione della carica deriva da una simmetria più complicata chiamata simmetria di gauge. Sembra che ogni legge di conservazione corrisponda ad una particolare simmetria. Per esempio nelle reazioni nucleari si pensa che il numero barionico totale (la differenza fra il numero dei barioni, di cui i neutroni e i protoni sono i più comuni, e gli antibarioni) sia una quantità esattamente conservata. Probabilmente ciò deriva da una simmetria di gauge. Infine vi sono trasformazioni in cui alcune quantità sono conservate approssimativamente, e vi sono altre quantità che sembrano essere conservate per alcuni tipi di trasformazione e non per altri. La cosiddetta stranezza delle particelle elementari viene conservata nelle interazioni forti ma non in quelle deboli. 

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Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 29/11/14