Alterazione superficiale

Diversi sono i modi con cui si è definita l'alterazione superficiale; nei termini più semplici consiste nella frantumazione, decomposizione e deterioramento delle rocce che hanno luogo vicino o sulla superficie terrestre.

L'alterazione superficiale implica reazioni sia chimiche che fisiche, e dipende pertanto da diversi fattori, come il clima, la topografia, la vegetazione, il tempo, la composizione e la struttura della roccia originaria.

La temperatura e le precipitazioni piovose sono importanti fattori climatici: la disgregazione delle rocce è più rapida in climi caldi ed umidi. Sia la direzione del movimento dell'acqua attraverso le rocce, che la liscivazione dei componenti solubili, dipendono dalla quantità delle precipitazioni piovose e dalla loro distribuzione stagionale. In un clima costantemente umido l'acqua si muove verso il basso; in un clima secco il movimento prevalente può essere quello verso l'alto, ed i componenti della disgregazione possono non essere rimossi dalla zona di alterazione superficiale. La topografia controlla il movimento verticale delle acque sotterranee, il tasso di erosione e quello di rimozione dei prodotti dell'alterazione. In aree basse e pianeggianti vi è poco movimento dell'acqua attraverso il suolo e le rocce e pertanto la liscivazione è relativamente scarsa.

La vegetazione è importante perché i prodotti della decomposizione organica, particolarmente in climi freschi ed umidi, dove possono essere prodotti in grande quantità acidi organici, influiscono notevolmente sul processo di alterazione. Il tipo di vegetazione - vale a dire alberi, erbe ed altre piante - ha effetti drastici sulla composizione dei minerali originari e sui risultanti prodotti della decomposizione.

Il tempo è un importante fattore nello sviluppo dei prodotti dell'alterazione, poiché i processi dell'alterazione superficiale sono relativamente lenti. Nelle fasi iniziali dell'alterazione possono aver luogo certe reazioni molto diverse dalle reazioni successive, che avvengono dopo che i componenti più solubili sono stati rimossi. Le più importanti reazioni chimiche che hanno luogo durante l'alterazione superficiale sono l'idrolisi, lo scambio ionico, l'ossidazione, la carbonatazione, la soluzione e la ricostituzione chimica. L'idrolisi consiste nella reazione tra l'acqua e la roccia o il minerale. Lo scambio ionico comporta la sostituzione chimica di ioni idrogeno al posto di cationi metallici. L'ossidazione, nel processo di alterazione superficiale, in genere avviene attraverso la combinazione di ossigeno elementare con atomi o ioni nella roccia o nel minerale. La carbonatazione è la combinazione di ione carbonico o bicarbonico con certi elementi della roccia come calcio, magnesio e ferro. La soluzione è la rimozione ed il trasporto di ioni, come quelli del sodio e del calcio, da parte dell'acqua.

I prodotti finali del processo di alterazione superficiale possono avere importanza economica. Uno dei più comuni prodotti finali dell'alterazione è la bauxite, una roccia formata principalmente da ossidi idrati d'alluminio, che viene estratta in numerose aree tropicali o subtropicali come l'Australia settentrionale, la Giamaica, il Brasile, il Suriname e l'Africa centrale. Un altro comune prodotto dell'alterazione superficiale è il caolino, un'argilla fine (silicato idrato d'alluminio) che viene usata come pigmento bianco. Il maggior uso di caolino viene fatto da parte dell'industria della carta, che lo utilizza come filler e come materiale ricoprente per dare alla carta una buona superficie per i colori. Il caolino viene utilizzato inoltre come ingrediente di carica per la gomma, le vernici e le plastiche e come assorbente in medicina. Tra gli altri prodotti dell'alterazione superficiale che abbiano importanza economica vi sono i minerali di ferro, manganese, titanio, i fosfati, i minerali di uranio e di vanadio.

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Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 29/11/14