Simbolismo chimico

I chimici hanno sviluppato un sistema unificato di simboli e notazioni al fine di semplificare e rendere più chiaro possibile il metodo di scrittura dei nomi, delle reazioni e di tutti i processi chimici. 

Utilizzando un metodo di scrittura abbreviata è possibile sviluppare un sistema in grado di evidenziare le relazioni matematiche fra atomi e sostanze reagenti, di mostrare il modo in cui gli atomi si uniscono per formare molecole complesse, di chiarire il tipo di legami chimici che si instaurano fra gli atomi, e talvolta anche di mostrare la conformazione tridimensionale di complicate strutture chimiche.

Atomi e molecole

I primi alchimisti, progenitori dei chimici, usarono vari simboli per rappresentare le sostanze che manipolavano, e questa consuetudine si protrasse fino al sec. XIX. Il chimico svedese Jöns Jakob Berzelius fu il primo a servirsi delle lettere dell'alfabeto per rappresentare gli elementi chimici. Nella maggior parte dei casi egli preferì usare come simbolo di un certo elemento la prima lettera del suo nome; così la lettera maiuscola O indicava l'ossigeno, C significava carbonio, e così via. Spesso conveniva utilizzare due lettere per identificare un elemento in modo da poterlo distinguere da altri elementi aventi la stessa lettera iniziale; inoltre, talvolta il simbolo veniva scelto in base al nome latino. Così l'azoto venne indicato con la lettera N da nitrogenum, generatore del niter (nitrato) e, per differenziarli da quest'ultimo, il neon venne indicato con Ne ed il nichel con Ni. Il sodio, dal latino natrium, venne invece indicato con Na. Altri simboli derivati dal latino sono, ad esempio, quelli dell'oro, Au (Aurum), del potassio K, (Kalium), ecc. Nel caso che l'elemento venga indicato con due lettere, come è mostrato negli esempi precedenti, la prima lettera viene scritta come maiuscola, mentre la seconda è minuscola. Questo è necessario talvolta per non fare confusione fra elementi e composti: ad esempio, l'elemento cobalto, il cui simbolo è Co, non deve essere confuso con il composto monossido di carbonio, costituito da un atomo di ossigeno e uno di carbonio e indicato con le lettere maiuscole CO.
Come si vede dall'esempio precedente, le molecole, che si ottengono attraverso la formazione di legami chimici fra due o più atomi, vengono indicate combinando i simboli degli atomi coinvolti nella formazione della molecola o, in genere, del composto chimico. Ad esempio, il sodio (Na) e il cloro (Cl), si combinano per formare il cloruro di sodio (il comune sale da cucina), che viene indicato per mezzo di una formula scritta come NaCl. Se alla formazione di un certo composto partecipa più di un atomo di un dato elemento, questo viene indicato per mezzo di un subscritto numerico: ad esempio, per formare una molecola di acqua occorrono due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, e quindi la formula che rappresenta la molecola di acqua dovrà essere scritta con un 2 subscritto al simbolo dell'idrogeno (H).
Certe combinazioni di atomi formano gruppi stabili che vengono considerati come una unità singola e a sé stante, chiamata radicale, in grado di formare legami chimici con altri atomi o gruppi di atomi. Se un composto contiene più di una unità dei sopraddetti radicali, nella formula questo viene indicato ponendo in parentesi la formula del radicale.
Gli ioni scritti sopra vengono tenuti insieme per mezzo di un particolare tipo di legame chimico, detto legame ionico, nel quale gli ioni interagiscono elettrostaticamente. Quando composti diversi, senza perdere le loro caratteristiche strutturali, vengono a far parte di uno stesso composto, le due o più formule corrispondenti vengono unite per mezzo di un punto: ad esempio, il comune minerale gesso è un composto salino idrato, nel quale le molecole di acqua entrano a far parte della struttura cristallina del solfato di calcio. Quest'acqua di idratazione può essere eliminata scaldando il gesso.

Ioni

Come è stato indicato prima, uno ione è una specie chimica, ovverosia un atomo, un gruppo di atomi o una particella subatomica, che porta una carica elettrica positiva o negativa. Tale carica viene indicata col corrispondente segno in alto a destra nella formula che rappresenta lo ione. Quando sono presenti cariche multiple questo può essere indicato in due modi: o anteponendo al simbolo della carica il numero di cariche o indicando tanti simboli di carica quante sono le cariche stesse: di solito la prima notazione viene preferita alla seconda.

Reazioni

Poiché la chimica si interessa principalmente delle trasformazioni della materia attraverso le reazioni chimiche, queste ultime possono essere considerate come la parte principale della chimica (vedi reazioni chimiche). Nelle reazioni chimiche le sostanze si trasformano mediante la rottura e la formazione di legami chimici. Le sostanze che si trasformano, dette reagenti, vengono scritte a sinistra sommando le corrispondenti formule, mentre le sostanze che si formano, i cosiddetti prodotti, seguono, sommando le corrispondenti formule, una freccia che indica appunto il processo di trasformazione.
Spesso è utilmente indicata la fase fisica nella quale si trovano i reagenti o i prodotti. I simboli più usati sono: (s), solido; (l), liquido; (g), gas; (aq), acquoso, o idrato. In modo equivalente, la formazione di un gas può essere indicata ponendo accanto alla formula della sostanza gassosa una freccia diretta verso l'alto, mentre la formazione di un precipitato (solido insolubile) è indicata con una freccia diretta verso il basso. Questi simboli possono essere associati solo ad uno dei prodotti e non ai reagenti.

Equilibrio

In molte reazioni (a rigore in tutte) i prodotti appena formati tendono a loro volta a reagire fra di loro per ripristinare i reagenti originali. Quando una reazione può avvenire sia in un senso che in quello opposto contemporaneamente, nel sistema chimico sono presenti simultaneamente sia i reagenti che i prodotti; alla fine, quando la quantità di reagenti che si trasforma in un certo tempo diventa uguale alla quantità di prodotti che a sua volta riforma i reagenti, il sistema raggiunge uno stato di equilibrio. Questo viene indicato per mezzo di una doppia freccia. (v. chimico, equilibrio e cinetica).

Reazioni nucleari

La chimica nucleare si interessa delle trasformazioni che possono subire i costituenti del nucleo, cioè i protoni e i neutroni, di massa circa uguale, ma i primi carichi positivamente e i secondi privi di carica. Per essere in grado di seguire il corso della reazione occorre che sia indicato il numero dei protoni e dei neutroni. Il numero dei protoni individua un certo elemento chimico e viene scritto in basso a sinistra del simbolo dell'elemento stesso; la somma del numero di protoni e neutroni è invece il numero di massa che può cambiare per uno stesso elemento (cioè può cambiare il numero dei neutroni) identificando i diversi isotopi dell'elemento. Il numero di massa può essere scritto in alto a sinistra del simbolo dell'elemento, oppure può seguire il nome dell'elemento, separato da quest'ultimo da una lineetta.
Spesso il numero dei protoni (detto numero atomico) non viene indicato. Esso diventa però necessario per seguire il corso di una reazione nucleare, che deve essere bilanciata sia relativamente al numero di massa che relativamente al numero dei protoni e alla carica.

Formazione dei legami e strutture molecolari

La configurazione, o arrangiamento, degli atomi all'interno di una molecola è considerato dai chimici un argomento di fondamentale importanza. Il numero e il tipo dei legami chimici determina le proprietà di un certo composto e la sua reattività. Una forma di rappresentazione è il simbolismo di Lewis, in cui si indicano sotto forma di punti gli elettroni del guscio energetico più esterno dell'atomo (elettroni di valenza). Tali punti vengono disposti intorno al simbolo dell'elemento: Un metodo più esplicito e comodo è quello di rappresentare un legame covalente (vedi legame chimico), cioè il doppietto di elettroni che forma il legame, per mezzo di una lineetta, trascurando gli elettroni che normalmente non prendono parte al legame (spesso anche questi vengono indicati con lineette che circondano il simbolo dell'elemento, dove ciascuna linea rappresenta una coppia di elettroni appartenenti all'atomo). Un doppio legame viene quindi rappresentato con una doppia linea che unisce i due atomi, mentre un triplo legame sarà rappresentato da tre linee.

Formule semistrutturali

Come non è necessario, il più delle volte, far vedere tutti gli elettroni di valenza, allo stesso modo, di solito, non è necessario indicare tutti i legami in modo esplicito. Alcuni raggruppamenti di atomi hanno una sola possibilità di arrangiamento spaziale e quindi sarà necessario evidenziare solo quei legami che sono utili a chiarire la struttura molecolare. Ad esempio, i primi chimici rimasero perplessi per il fatto che due differenti composti, il dimetiletere e l'alcool etilico, avevano la stessa formula empirica. La differenza fra i due composti sta nel diverso arrangiamento degli atomi; tuttavia solo alcuni legami devono essere indicati per chiarire la differenza fra i due composti. In chimica organica alcuni arrangiamenti sono così comuni che è necessario tracciare solo delle figure simboliche per identificarli e indicarne la struttura. I più noti sono il cicloesano e il benzene. L'uso di simboli standardizzati e di una notazione appropriata non solo rende più semplice la scrittura delle formule, ma facilita anche la comprensione dei meccanismi che stanno alla base della chimica.

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Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 29/11/14