La previsione del movimento dei sistemi barici al suolo

Cosa impareremo:

Questo breve corso di previsione fornirà gli strumenti per prevedere il movimento dei sistemi barici (alte e basse pressioni) al suolo mediante:

Anche se la scelta di esaminare per prima il movimento dei massimi o dei minimi sia una questione di valutazioni da parte di ciascun previsore, la maggior parte di essi preferisce dedicarsi subito alle depressioni per poi passare alle aree di alta pressione.

Movimento delle aree di bassa pressione

Le aree di bassa pressione determinano, per una vasta estensione, la posizione dei sistemi frontali. Esse, inoltre, influiscono in parte sulla configurazione isobarica delle alte perché i gradienti fra i due sistemi tendono a bilanciarsi dinamicamente.  La conoscenza di come l'energia interagisca tra i sistemi, ha indotto i meteorologi a ricavare tutta una serie di regole e metodi per prevedere il movimento, la formazione, l'intensificazione e il dissolvimento delle basse pressioni.

Estrapolazione

Il primo elemento da prendere in considerazione per la previsione dello spostamento delle depressioni dovrebbe essere la loro storia passata, ovvero le loro più recenti vicissitudini. Si dovrebbero esaminare i centri di pressione, i fronti associati, direzione e velocità dei loro spostamenti, la loro intensificazione o indebolimento.

Dall'esame di queste vicende, si possono delineare numerose valide conclusioni intorno al comportamento futuro dei sistemi barici e sul loro movimento. Tale tecnica è valida sia per le alte che per le basse pressioni ma soltanto per previsioni a breve scadenza. La procedura generale per l'estrapolazione delle aree di bassa pressione è descritta nei paragrafi seguenti. Sebbene si esamini soltanto il movimento, per ottenere una previsione sull'intensità si dovrebbe aggiungere le pressioni centrali con le tendenze anticipate.

  1. Si traccino almeno quattro posizioni consecutive occupate dai centri nel loro immediato passato.

  2. Si posizioni una X cerchiata su ciascuna di queste posizioni, connettendole tra loro con una linea tratteggiata.

Se si conosce la velocità e la direzione del movimento, così come risulta dalle carte precedenti, si potrà estrapolare la posizione prevista.

A questo punto è necessario spendere una parola di avvertenza: un'estrapolazione rettilineare raramente è valida oltre le 12 ore. Oltre questa scadenza, devono essere tenuti in debito conto l'approfondimento e il colmamento, l'accelerazione e la decelerazione, e gli eventuali mutamenti di percorso. E' veramente importante seguire la "storia" di carta in carta: i sistemi barici in genere non scompaiono nel nulla né tantomeno appaiono improvvisamente!

  1. E' necessario operare degli aggiustamenti basati sulla comparazione della carta attuale con quella precedente. Ad esempio, il prolungamento del percorso del centro ciclonico non deve penetrare all'interno di un anticiclone stazionario o quasi-stazionario, ancor più se l'anticiclone stazionario giace su un'area continentale durante la stagione invernale. Quando la proiezione del percorso punta verso tali anticicloni, di solito si troverà che la velocità del centro depressionario diminuirà e il percorso curverà verso nord. Detto percorso proseguirà verso nord fino a che non diventerà parallelo alle isobare intorno all'anticiclone stazionario. La velocità del minimo depressionario sarà minima laddove la curvatura del percorso risulterà maggiore. Quando il centro riprenderà una direzione più o meno lineare, la velocità tenderà nuovamente ad incrementarsi.

Tendenze barometriche

Le depressioni tendono a muoversi verso il centro della più forte caduta di pressione avvenuta nel corso delle ultime tre ore. In genere, questo è il punto in cui sta avvenendo la maggiore avvezione calda.

La figura mostra il movimento di un ciclone in fase di occlusione attraverso i suoi stadi di sviluppo in relazione alle tendenze bariche presso la superficie. Questo elemento non va ovviamente esaminato da solo, ma, comparato con le altre indicazioni, può aiutare alla previsione della posizione finale dei minimi depressionari. Non si dovrebbe dimenticare, però, che i processi descritti in questa illustrazione hanno luogo in un arco di diversi giorni, e molti altri fattori giocano un ruolo nel movimento che ne consegue. 

In sintesi possiamo dire che: i centri ciclonici di forma circolare, o approssimativamente circolare, si muovono generalmente in direzioni delle più forti cadute di pressione. Gli anticicloni si spostano verso le più notevoli tendenze positive. Le saccature si muovono verso le più elevate tendenze negative, mentre i promontori si muovono verso le maggiori tendenze positive.

Relazioni con le isobare del settore caldo

Le depressioni calde, non occluse, si muovono secondo la direzione delle isobare del settore caldo, se le stesse sono rettilinee. Questi minimi, di solito, hanno percorsi rettilinei, mentre i cicloni maturi occlusi possiedono un percorso che curva verso nord. La velocità dei cicloni approssima quella dell'aria calda. Tuttavia, tutte le volte in cui queste regole entreranno in conflitto con le regole in quota, sarà meglio preferire quest'ultime.

Relazioni con i movimenti dei sistemi frontali

Il movimento dei sistemi barici deve essere armonizzato con quello dei fronti associati qualora i fronti siano previsti indipendentemente dai sistemi barici. Due regole generali vengono utilizzate in merito alle relazioni fra movimento dei sistemi barici e movimento dei fronti associati ai medesimi. Prima regola, le depressioni con nucleo caldo sono indirizzate lungo il fronte se questo è stazionario o prossimo ad esserlo; e seconda regola, le depressioni tendono a muoversi, approssimativamente, con la velocità del fronte caldo e un po' più lentamente della velocità del fronte freddo. 

L'azione direttrice delle correnti in quota

I sistemi di pressioni al suolo vengono guidati dalle correnti in quota. Questo principio è basato sul concetto che i sistemi barici sono mossi da forse esterne operanti su di loro. Così, un sistema barico al suolo tende ad essere diretto dalle isoterme, dalle linee di contorno, o dalle linee di flusso in quota, dalle isobare del settore caldo, oppure dall'orientamento del fronte caldo. Questo principio trova quasi sempre applicazione sulle relazioni fra velocità di un ciclone e velocità del flusso di base in cui esso è immerso. Il metodo funziona meglio quando le caratteristiche del flusso variano molto lentamente, o per nulla. Se ci si aspetta che le caratteristiche del flusso in quota varieranno nettamente durante il periodo di previsione, si dovrà prevedere prima la variazione di queste caratteristiche per poi procedere alla previsione relativa ai sistemi barici al suolo. Non si tenti di guidare un sistema di pressione al suolo mediante il sovrastante flusso in quota che abbia contorni chiusi! Nell'usare il metodo dell'azione di guida, si deve prima considerare quei sistemi per cui si prevede abbiano un piccolo o nessun movimento, vale a dire le alte calde e le basse fredde. Quindi, si consideri il movimento dei cicloni e degli anticicloni migranti; infine, si prendano in esame le variazioni d'intensità dei sistemi.

Gli studi che hanno impiegato la tecnica dell'azione direttrice trovarono che, nella maggior parte dei casi, si verificava uno spostamento delle basse verso i poli e delle alte verso l'Equatore rispetto alle correnti direttrici . Di conseguenza, ci si deve aspettare che i centri depressionari, specialmente quelli di vaste dimensioni, subiscano una deviazione verso sinistra, e che le aree di alta pressione volgano verso destra in riferimento alla corrente direttrice occidentale. Per esempio, al di sopra dell'America settentrionale, l'angolo di deviazione media è di 15°, benché si siano osservate deviazioni comprese tra 0° e 25° o anche 30°.

Nota bene: la tecnica dell'azione direttrice non dovrebbe essere tentata se non quando il minimo isallobarico chiuso sia seguito da un massimo isallobarico chiuso posto ad una certa distanza alle spalle della depressione.

La corrente guida

Il flusso o la corrente guida è il flusso fondamentale esercitante una forte influenza sulla direzione e sulla velocità delle perturbazioni in esso inserite. La corrente o lo strato guida è un livello dell'atmosfera, o una combinazione di livelli, che ha una definita relazione con la velocità di spostamento delle circolazioni in essa immerse e che hanno luogo nei bassi strati della troposfera.  Il movimento dei sistemi barici al suolo per opera di questo flusso rappresenta l'applicazione più diretta della tecnica dell'azione direttrice. Di norma, il livello al di sopra dell'ultima isobara chiusa è scelto a priori. Potrebbe essere la superficie isobarica di 700, 500 o 300 hPa. Comunque, nella pratica, la cosa migliore da fare è integrare i principi di azione-guida per più di un livello. Le superfici isobariche maggiormente utilizzate sono quelle della 700 e della 500 hPa.



Questa pagina è stata realizzata da Vittorio Villasmunta

Ultimo aggiornamento: 06/01/15